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Bad Wolves: False Flags Volume One

Il nome dei Bad Wolves è ormai noto a tutti nel mondo rock/heavy, grazie alla loro versione di Zombie che ha raggiunto un successo planetario in un solo mese dalla sua pubblicazione, con False Flags Volume One avremo modo di conoscerli a prescindere dalle cover proposte

Bad Wolves

False Flags Volume One

(Eleven Seven)

rock, heavy metal

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Bad Wolves- False Flags Volume OneIl nome dei Bad Wolves è ormai noto a tutti nel mondo rock/heavy, grazie alla loro versione di Zombie che ha raggiunto un successo planetario in un solo mese dalla sua pubblicazione, brano dove la stessa Dolores avrebbe partecipato andando a registrare le sue parti il mattino successivo al suo decesso.

Già questo dovrebbe bastarci per voler ascoltare questi quattro brani tratti da quello che seguirà in un altro EP tra qualche mese. Ma facciamo un piccolo salto indietro, il video di Zombie lo avevo visto, mi era piaciuto moltissimo in questa nuova versione che non aveva nulla da togliere alla versione originale dei Cramberries, ma anzi ne avevo apprezzato moltissimo l’arrangiamento che non andava nemmeno a stravolgere troppo l’originale, seppur sia presente una caratterizzazione personale, e ben venga, dei Bad Wolves.

In False Flags Volume One, quindi ad aprire l’EP c’è proprio lei, Zombie, una rivisitazione che vi consiglio di ascoltare perché ne vale veramente la pena. Poi a seguire si viene catapultati in quel che penso sia lo stile ufficiale e più personale della band. Con Officer Down, muta il timbro, muta la sonorità, niente più cover, da qui entriamo nel vivo nel conoscere la band, quel che vuol rappresentare e urlare con i loro pezzi. La musica e la voce sono più crude, a tratti esagitati, sino a giungere al momento di rottura che è anche il momento in cui l’ascoltatore può tornare a respirare.

Sulla stessa riga Better Than The Devil e Shape Shifter, seppur in questi due brani qualche momento di respiro in più è presente. Comunque unica piccola pecca è data dal momento in cui la voce viene un po’ troppo sovrastata dagli strumenti, cosa che talune volte ci sta pure bene, ma delle altre forse non è il massimo a cui aspirare.

Per certi versi mi hanno ricordato i Korn, per altri gli Staind, perché è proprio questo che ci ritroveremo ad ascoltare attimi di puro heavy metal alternati a rock melodico. Tutto sommato tralasciando Zombie che è una cover di tutto rispetto e che è già divenuta famosa grazie a Dolores e ai Cramberries, penso che il gruppo vada assolutamente conosciuto e tenuto d’occhio, chissà che non riescano a tirar fuori un pezzo loro di così tanto impatto come quello scelto come cover.

 

 

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Iolanda Pompilio
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