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Bad Love Experience: Pacifico

Un viaggio multistrumentale e multisensoriale, tra sogno e magia: terzo album per la band livornese Bad Love Experience, quello della maturità

Bad Love Experience

Pacifico

(CD, Black Candy-Tannen Records/Audioglobe)

pop, folk, psycho

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Bad Love Experience- PacificoLa vita è un viaggio, la musica è un viaggio. Dopo il tour europeo di Rainy Days e la candidatura al David di Donatello per il brano 21st Century Boy (inserito nella colonna sonora del film La prima cosa bella di Paolo Virzì), i Bad Love Experience tornano con Pacifico, il loro terzo album. “Pacifico è il villaggio ideale, mite e delirante, dove ci siamo addentrati e invitiamo l’ascoltatore a seguirci, Pacifico è il clima respirato durante il concepimento dell’album, Pacifico è lo stato d’animo necessario all’ascolto”. Un viaggio da intraprendere insieme, uniti dalla forza e dalla magia della musica: “Volevamo che Pacifico fosse più che mai il viaggio di quattro persone diverse che vanno nella stessa direzione, non di una persona divisa in quattro”.

Quattordici tracce piene di calore folk, onirismo psichedelico, pop beatlesiano, british alternative rock e armonizzazioni anni’60: un universo in cui lasciarsi andare e perdersi dolcemente. Alla buona riuscita di questo disco hanno contribuito la pre-produzione e la consulenza artistica in studio di Justin Perkins e Ivan Rossi, così come l’ottima copertina curata dall’artista statunitense Sanya Glisic, che raffigura un inquietante, oscuro e surreale demone che cattura con il suo abbraccio malvagio.

Si comincia con i primi due capitoli di The Kids Have Lost The War (Part I e Part II), un inno di protesta contro le vecchie generazioni, contro quel Sessantotto e contro tutto quel che resta di quella stagione: adesso serve rialzarsi e ricominciare il cammino. Il folk-surf di Devil In Town combina pop beatlesiano a distorte sonorità hard rock, poi arrivano due armoniose ballate, That Country Road e Old Oak Wood. L’avvolgente fisarmonica di Dream Eater ci porta in una ballata folk dal sapore mediorientale.

Dopo Cotton Candy, un intermezzo strumentale davvero curioso, si apre Dawn Ode, primo singolo estratto in cui i Bad Love Experience raggiungono l’acme della loro vena compositiva: evocativa, toccante, profonda, sensuale, inquieta, proprio come la natura umana, che anela alla verità pur sapendo di non poterla mai ottenere completamente.

Arte allo stato puro. Rotten Roots, uno tra i migliori pezzi dell’album, ricorda vagamente il sound country-folk dei Wilco. The Princess And The Stable Boy è una ballata a dir poco emozionante, che racconta la classica storia d’amore tra la principessa e lo stalliere come lo avrebbe fatto Syd Barrett. Dopo Samba To Hell, altro intermezzo strumentale, Words In The Wind disegna un paesaggio poetico alla Fleet Foxes. Si chiude con gli ultimi due capitoli di The Kids Have Lost The War (Part III e Part IV), che proseguono il capolavoro d’apertura: i ragazzi hanno perso la guerra, ma possono sempre contare sulla musica, che ha più potere di qualsiasi ideologia.

Ecco come uscire dall’urbano garage rock detroitiano: multistrumentalità psycho-pop-folk per ampliare l’orizzonte beatlesiano e d’oltremanica, che rimane comunque il vero grande punto di riferimento. Pacifico è un disco leggero, fluido, fluttuante, malinconico, intimo, languido: ad un passo dal sogno.

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