Bachi Da Pietra
Quintale
(Cd, La Tempesta Dischi/Venus)
avant-blues, stoner rock
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Quintale: mai titolo più azzeccato per descrivere la musica dell’ultimo album dei Bachi Da Pietra. Un sound pesante, opprimente, claustrofobico. Richiami al metal, allo stoner, al blues trafitto da distorsioni e feedback. E poi c’è la voce primitiva di Giovanni Succi, seguita dalla batteria minimale di Bruno Dorella.
Il quinto disco in studio del duo (dopo lo split EP con i Massimo Volume del 2011) è composto da 12 tracce, più una curiosa bonus track presente solo nella versione digitale dell’album.
Si inizia con un trittico che non lascia spazio a pause: si va da feedback e distorsioni oscure di Haiti alle chitarre fuori controllo di Coleotteri, passando per il drumming solido e deciso di Brutti Versi.
Il mistero della morte pervade Enigma, in cui vengono citati nomi di persone che gravitano attorno alla band: il pezzo si risolve nel marasma con un sax travolgente, suonato da Arrington De Dyoniso, ospite in altri 2 brani. Si tratta del dissonante Paolo Il Tarlo (dove al sax vengono applicati effetti stranianti), e della conclusiva Ma Anche No (il pezzo di più ampio respiro dell’album, con atmosfere oniriche e sax dilatato).
La lingua usata nei brani è l’italiano, fatta eccezione per Pensieri Parole Opere, metà italiana metà in inglese. I testi parlano di moralità, religiosità, non trascurando peraltro il binomio vita/morte.
A parte qualche passo falso il disco presenta buoni spunti come ci hanno sempre abituato i Bachi Da Pietra. Magari osando di più i risultati potevano essere maggiori.
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