Avvolte
L’essenziale è invisibile agli occhi
(CD, Venus)
rock
________________
L’essenziale è invisibile agli occhi: lo scriveva Antoine de Saint-Exupéry ne Il piccolo principe, lo ripetono gli Avvolte, band rock torinese con quattro dischi all’attivo da 15 anni. Il nuovo album, registrato e mixato a Torino e masterizzato presso il Turtle Tone Studio di New York, contiene al suo interno numerose collaborazioni illustri.
Infatti, ad accogliere l’ascoltatore nella discesa agli inferi di Nessuna rete è la voce demoniaca di Lydia Lunch, icona punk nichilista americana che preannuncia un inferno reale di povertà e difficoltà: con questo brano, il regista Marco Danieli ha anche realizzato un cortometraggio per sensibilizzare il pubblico rispetto alla sicurezza nei cantieri. Il vestito più scuro, che contiene la citazione del titolo dell’album, risulta essenza senza alcun dubbio il pezzo meglio riuscito, con un riff davvero accattivante; i volumi hanno cominciato ad alzarsi, allora ecco la convincente Cosa rimane, grintosa e piena di energia. L’atmosfera raccolta e introspettiva de L’ultimo giorno esplode dopo un buon bridge; un altro grande brano d’impatto di questo lavoro è Per essere viva, impreziosito da cinquanta secondi di un ottimo e mai noioso intro, anche grazie ai Sikitikis che partecipano con la profondità vocale di Diablo e il pulsante basso di Jimi; nessun cultore della scena alternative-rock italiana farebbe fatica a etichettare Un istante come una produzione di altissimo livello, che include il contributo di Luigi Napolitano alla tromba.
La slide guitar di Roberto Angelini apre La vita che ti spetta, piena di angoscia e inquietudine; Resaca è distorta e tenace, con Luca Ieracitano al pianoforte; Apnea è rabbiosa e senza freni, Ti piace l’articolo? è più complessa e meno immediata; Franz Goria duetta nell’ultima Sono anche notte, che si interroga con il suo testo riflessivo. Se L’essenziale è invisibile agli occhi, ecco che gli Avvolte ci guidano alla scoperta di mondi che superano la percezione superficiale, fino ad arrivare alla vera essenza dei sentimenti e della natura umana in sé, con suoni aspri, ruvide distorsioni e a volte melodie più leggere. Citando un verso contenuto all’interno dell’album,“non sarà dei miei sensi la vista a indicarmi qual è il giusto verso”.
Gli ultimi articoli di Marco Buccino
- Frei: 2013: Odissea nello spiazzo - January 10th, 2013
- Intervista ai Vanilla Sky (The Band, Not the Movie) - December 19th, 2012
- Ian McCulloch: Pro Patria Mori - August 23rd, 2012
- Tristema: Dove tutto è possibile - August 21st, 2012
- Soundscape: Starting Things Up - August 13th, 2012