Australasia
Vertebra
(Immortal Frost Productions)
ambient, post-metal, post-rock
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Un progetto affascinante e coraggioso, sperimentale e suggestivo quello che fa capo al polistrumentista Gian Spalluto, che si avvale della collaborazione di vari musicisti che ruotano o si alternano attorno alla sua creatività e che prende il nome di Australasia. Dopo aver proposto nel 2012 un Ep dal nome di Sin4tr4, di cui ci siamo già occupati, gli Australasia ora ci propongono il loro nuovo lavoro Vertebra, una versione completa di quell’Ep, rielaborata e forgiata grazie alla loro continua e vorticosa evoluzione.
Dieci tracks per lo più strumentali, intense, evocative e coinvolgenti che non tarderanno a colpire nel segno. Un post-rock arricchito con venature black metal, dove chitarre potenti e sintetizzatori retrò si fondono passando da ritmi incalzanti a dimensioni più rarefatte.
Gli Australasia ci regalano un sound che mira a pizzicare le corde più profonde dell’ascoltatore e a trascinarlo in un viaggio cosmico fatto di immagini introspettive ed atmosfere surreali. Vertebra sarebbe un lusso per qualunque pellicola, il lavoro risente infatti delle influenze di Morricone e Badalamenti, come di quelle dei Joy Division e dei Pelican . Da notare al riguardo che il primo album dei Pelican del 2003 prende il nome proprio di Australasia.
Premesso che risulta difficile scendere nel particolare, tanto le tracks sono unite tra loro da un cordone emozionale che rende il tutto coeso, intenso e compatto, proviamo a fare qualche esempio.
Si inizia con Aorta, la prima traccia e subito ci troviamo immersi in un mondo di suoni e atmosfere che ci accompagneranno per tutta la durata dell’album. Una chitarra suadente e mistica che fa da elemento portante, viene esaltata da potenti sferzate black, mentre nel finale troviamo più voci femminili pronte ad intrecciarsi per impreziosire ancor di più il pezzo.
In Zero una parte ritmica più incalzante esalta un riff pulito ed efficace nella prima parte, mentre nella seconda le influenze black metal trovano sfogo incanalandosi e fondendosi con melodiosa armonia. Uno dei pezzi più corposi.
Suoni sintetizzati introducono Aura, un pezzo nobilitato dalla voce di Mina Carlucci che si fonde perfettamente con le atmosfere surreali e visionarie, voce che poi prende sempre più spazio fino a proporci, nell’ultima parte della track, un delizioso coro trip-hop a più strati.
In Cinema abbiamo l’impressione di trovarci rapiti da un dolcissimo carillon che ci trascina nel suo interno permettendoci di vedere paesaggi mozzafiato, scenari incantati ed onirici, con le chitarre ad intrecciarsi in arpeggi che riescono a far vibrare emozioni profonde.
Un ottimo lavoro, un viaggio evocativo, toccante e coinvolgente cosi gli Australasia con Vertebra confermano quanto di buono promesso con il precedente Ep. Vertebra oltre a confermare la loro bravura fa di più, segna un ulteriore passo in avanti, amplificando la portata del loro talento e sviluppandolo ulteriormente.
Tecnicamente inappuntabile, Vertebra, presenta degli equilibri pressoché perfetti e un visione d’insieme che lascia stupefatti, ed è difficile restare lucidi ed oggettivi e non essere trascinati via dall’emotività che genera l’ascolto. Se il talento paga, ne sentiremo parlare molto presto.
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