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Atterraggio Alieno: Il Disgelo

Il cantautore toscano Francesco Falorni, aka Atterraggio Alieno, arriva al secondo disco. 10 canzoni soffici in cui dominano chitarre acustiche, banjo, violino e racconti emotivi

Atterraggio Alieno

Il Disgelo

(CD, Suburbansky Records)

folk

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Atterraggio Alieno- Il DisgeloAtterraggio Alieno è lo pseudonimo di Francesco Falorni, originario di Castelfiorentino, che pubblica il suo secondo album in studio con la collaborazione di Marco Superti e Giulia Nuti (Underfloor), Mirco Capecchi (Gatti Mezzi), Andrea Pellegrini e Alberto Becucci (Peppe Voltarelli, Bandabardò) in sei anni da musicista solista dopo le infelici esperienze passate.

Il Disgelo è un disco composto da 10 canzoni per poco meno di 40 minuti, leggere, quasi silenziose, non ingombranti. Pezzi che parlando di amore risuonano tenui attraverso note esili suonate da una chitarra acustica, come nell’arpeggio di apertura di Saremo Ricchi, Amore, arrangiate appena con un violino, oppure da un piano e da un mandolino grazie all’amico Jacopo Ciani che si arricchisce di volta in volta del supporto di altri collaboratori. C’è spazio anche per il banjo in Nero Petrolio e Disgelo a supportare una canzone d’autore spontanea nella scrittura lineare e fluida della composizione.

Il disco scivola via placido e la voce di Francesco canticchia in Canzone di Amore o di Minaccia un’emotività fragile che si rispecchia nei testi, parole che affiorano alludendo ad un mondo interiore, un mood soffuso e rilassato che si fa strada traccia dopo traccia. Poesie frammentate filtrate fortunatamente senza l’elettronica, gli arrangiamenti del disco sono asciutti e mai spigolosi. Escludendo il ritmo del banjo nelle tracce precedentemente citate, solo in Al Sole di Giugno assistiamo ad una ritmica un pelino più coinvolgente.

Brano dopo brano però Falorni non si distingue per originalità e varietà compositiva, senza cambiamenti stilistici invadenti, cosicché sembra faccia fatica ad uscire da una linearità eccessiva, pur riconoscendo l’intensità emotiva che permea le canzoni del musicista. Un disco che ha la pecca di non vibrare per armonie contorte e strumenti che sappiano osare, troppo intimismo con un timbro vocale non proprio visionario e selvatico.

“Con una musica fra lo slow-core dei Low e la perenne incazzatura degli Afterhours cerca di spiegare alla gente quanto schifo possa fare, quanto sia difficile adeguare il proprio stomaco alieno alla vita perfetta che gli abitanti della Terra pensano di poter fornire, come modello, a tutti, alieni compresi”. :| A mio parere Il Disgelo non è esattamente un album sorpendente e dotato di “energia atomica e raffinatezza”, semmai è uno di quei dischi da consigliare a chi ha voglia di rilassarsi mentre pratica qualche attività davanti alla scrivania o una passeggiata in una di queste giornate piovose di fine aprile.

Sito web: www.atterraggioalieno.at

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Luca Paisiello
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