Arif Mardin
All My Friends Are Here
(Cd, Nunoise)
jazz, pop
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Quando ad andarsene sono personaggi di grande spessore, in tutti i campi, ma in particolar modo in quello musicale, la loro uscita di scena è facilmente seguita da un prosieguo del lavoro svolto su questa terra. La pubblicazione di dischi postumi ormai non è una novità, ed anzi spesso ci permette di scoprire lati di un determinato artista che altrimenti potrebbero rimanere nascosti in eterno. Arif Mardin, forse il più grande genio musicale che la Turchia abbia regalato alla musica occidentale, non è stato naturalmente da meno.
All My Friends Are Here è infatti una buona raccolta di brani inediti del compositore, interpretati da alcuni dei grandissimi talenti da lui scoperti o che con lui hanno avuto a che fare durante la propria carriera. Non vi è originalità eccessiva, né sorprese straordinarie nelle composizioni presenti in questo disco, che tuttavia lascia estasiati per la qualità media molto alta.
L’apertura è affidata all’unico brano non appartenente ad Arif, ma scritto ed ideato a quattro mani da Marc Shaiman e Bette Midler che la interpreta in maniera eccezionale accompagnata dall’ex Bee Gees Barry Gibb. Il titolo del pezzo è The Greates Ears in Town, una dedica convinta per una persona che ha rappresentato nella carriera di questi artisti un punto di rifermento importante. Già la seconda traccia dell’album ci regala poi un piccolo capolavoro, il bellissimo jazz intitolato So Blue in cui al fantastico sax di David Sanborn si affianca la voce sempre elegantissima di Chaka Khan.
Tra altre perle jazzate ed una risaltante bossa nova (il brano Goodbye to Rio, tuttavia uno dei più anonimi dell’album), passando per la piuttosto accattivante ma debole e ripetitiva melodia pop di Calls a Soft Voice, si giunge al secondo pezzo veramente intrigante della raccolta, ovvero Longing for You, in cui la voce magistrale della sempre buonissima Norah Jones si lascia trascinare nell’armonia più assoluta dal magico sax di Joe Lovano e dalla morbida tromba di Jon Faddis, creando un’atmosfera di una delicatezza indescrivibile.
Cambiano i ritmi un paio di brani dopo con l’ultima meraviglia del disco, la leggermente funkeggiante Chez Tweng’s che vede protagonista un Dr. John letteralmente sugli scudi. Le restanti non strappano gli applausi del miracolo, ma si mantengono su uno standard ottimo, contando il grande apporto fornito in Willie’s After Hours dalla chitarra di Willie Nelson, e la coralità presente nella title-track gremita di grandi ospiti d’onore (i fratelli Gibb e Phil Collins, solo per citarne un paio).
Chiude il tutto un bellissimo e conciso brano al piano suonato dal compianto signor Mardin, che regala ad un album già carico di emozioni quella finale sensazione a metà tra il rimpianto e la gratitudine.
Musica d’altri tempi, All My Friends Are Here non è certo un cd che pretende di scalare le classifiche e rivoluzionare l’intero business. A questo il signor Mardin provvide già negli scorsi decenni. L’intento di questa pubblicazione, senza scadere nel cinismo più assoluto che consiglierebbe una futile motivazione economica, è più che altro il rendere omaggio ad un personaggio di assoluto rilievo nella storia della musica moderna, e farlo conoscere anche alle generazioni che non hanno avuto il piacere di apprezzarlo. Col sottoscritto ha funzionato…
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