Anno Mundi
Window In Time
(Earshock Records)
progressive rock
I romani Anno Mundi mescolano con quest’uscita il loro lavoro del 2011, all’epoca uscito in poche copie e su vinile, e che oggi trova una più ampia distribuzione unendo il precedente Cloister Graveyard in the Snow con l’Ep che dà il titolo a questo disco. Gli otto brani presentati in Window in Time sono di matrice sabbathiana, e il nome preso dalla band ne è l’ovvia conferma, con la sua oscura, potente e inquietante atmosfera tipica di quegli anni 70 in cui l’heavy metal esce alla ribalta attraverso un sound aggressivo e cupo che ha fatto scuola a migliaia di band nate successivamente.
Il chitarrista Alessio Secondini Morelli e il batterista Gianluca Livi sono il nucleo principale di questa band progressive italica che ha fatto fatica a trovare una formazione stabile, dettata da un andirivieni di musicisti incostanti. Tant’è che la conseguenza è che nell’album appaiono diversi artisti che hanno collaborato alla riuscita del progetto, dal bassista Michele Raspanti dei Graal ad Alessandro Papotto dei Banco del Mutuo Soccorso, dalla flautista Manuela Tiberi del Rondò Veneziano a Paolo Lucini degli Ezra Winston alle tastiere, che ha prestato anche lo studio di registrazione.
Gli otto brani hanno una lunghezza piuttosto vara, dalla dolce armonia del flauto e dell’arpeggio di chitarra classica che accompagna il minuto e mezzo della strumentale Dawn, ai rocciosi 13 minuti di prog rock di Gallifreyan’s Suite. Le influenze dei Black Sabbath sono evidenti, così come l’ispirazione data dai Pentagram e Paul Chain, per dirne un paio. Brani con diverse variazioni stilistiche, credo anche un paio di cantanti che turnano al microfono, sequenze con chiaroscuri e sfumature ben costruite che danno l’impressione non solo di riportare in auge un genere ormai di nicchia, ma anche di spiccare per una certa personalità.
La chitarra elettrica di Alessio senza dubbio la fa da padrone nelle composizioni, è lui il principale attore di questi brani, coadiuvato dal batterista Gianluca che condivide una dannata passione, ritagliando brani tortusi, puliti, benché la registrazione sembri piuttosto ovattata, probabilmente per ripercorrere incisioni vintage che 40 anni fa davano ancora di più un aspetto funesto a brani così drammatici.
La passione degli Anno Mundi da allora non si è fermata e i due lavorano in studio da qualche anno per un nuovo disco, considerando che Window In Time nell’underground italico ha ottenuto giudizi positivi che li incoraggia a proseguire con il loro progetto e con gli amici che li hanno fino a ora supportati.
FaceBook: http://www.facebook.com/annomunditheband
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