Andrea Appino
Grande Raccordo Animale
(La Tempesta Dischi – Picicca – Sony Music)
canzone d’autore
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È passato solo un anno dall’ultimo lavoro con i Zen Circus e due dal precedente album solista, ma Appino ci dà ancora sotto con Grande Raccordo Animale, nuovo album personale composto da undici brani che, rispetto al precedente Il testamento decisamente più rock e oscuro, mette ancora più in luce la vena cantautorale del giovane rocker pisano, continuando a sorprenderci per il suo songwriting e la sua poliedricità musicale.
L’avvio di Ulisse ispirato dai suoi recenti viaggi-vacanza fatti dopo gli impegnativi tour, in particolare quello a New York in cui Appino ha trovato spunti per scrivere questo disco, rastrella sonorità tenui e acustiche che si distaccano dal debut album, abbracciando diverse influenze stilistiche come il beat-reggae de La Volpe e l’Elefante, con l’occhiolino ai Talking Heads. Non a caso il disco è nato con la collaborazione di Paolo Baldini che ha lavorato per gli Africa Unite e messo le mani nella svolta doub dei Tre Allegri Ragazzi Morti, con cui Andrea ha una grande amicizia con Davide Toffolo.
Quel po’ di rock che possiamo trovare in New York e Linea Guida Generale dona un ritmo più tirato in rare occasioni, ma tendente al pop piuttosto che alle baruffe punk. Essenzialmente le liriche sono più solari, filastrocche d’autore intrise d’emozioni in grado di avvolgere l’ascoltatore, racconti di persone osservate a vivere con leggerezza. Due sono i brani che colpiscono particolarmente, la malinconica Buon Anno (Il Guastafeste) e la splendida Rockstar, canzone dedicata agli ambiziosi musicisti che non ce l’hanno fatta e che agognavano ad una vita “senza anelli alle dita, senza troppa fatica, senza conto in banca, senza la benzina che è finita”.
Un disco in cui emerge la voglia di viaggiare, esplorare, conoscere, dove i sentimenti vengono raccontati senza filtri, un Grande Raccordo Animale nato proprio sulla famosa tangenziale romana durante una giornata piovosa in cui il cielo si apre a meraviglia sull’imponente infrastruttura impregnata di vite umane sulle quattroruote.
Il disco si chiude con la ballata del Tropico del Cancro, canzone che chiede a chi lo segue da anni di non aspettarsi un inno ideale e che tratteggia di una cena a Miami in cui Andrea parla di Berliguer e Pasolini a ricchi americani mentre duellano con un piatto di aragoste.
Appino scrive un album leggero, emozionale e istintivo, senza dover rincorrere ad espedienti e senza dover tenere conto delle aspettative altrui.
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