Amarcord
Vittoria
(La Clinica Dischi)
pop, rock
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È un pop rock cantautorale soffuso quello dei fiorentini Amarcord, che con questo disco chiamato Vittoria propongono una canzone d’autore basata su emozioni e ricordi, registrato allo FirstlineStudio di Follonica. La band ha vinto un concorso per il miglior testo al Rock Contest fiorentino, premiati con la possibilità di registrare prossimamente allo ZooStudio di Ligabue a Correggio, contando che faranno tesoro di questa opportunità. Non sono nuovi a queste “vittorie”, considerando che tre anni fa il brano Lucifero o Beatrice fu in finale al premio De Andrè.
Sin dal primo brano dell’album vengono definite le tendenze e le atmosfere di questo lavoro, liriche soggettive su melodie innocenti che albergano nell’animo di questi cinque musicisti attivi da un decennio. Gli Amarcord ci presentano undici pezzi accompagnando l’ascoltatore in storie personali di rapporti di coppia (Balene, Psicosi) e dipingendo quadri agrodolci sulla condizione odierna (Tutti Fermi, Sulle Mie Spalle) ed esaminano la solitudine umana ne I Nostri Discorsi dove trova spazio una citazione di Vittorio Arrigoni, l’attivista ucciso dai militanti jihadisti a Gaza.
Le canzoni degli Amarcord volano leggere senza osare in ricerche sonore sperimentali, attingendo alla tradizione musicale nostrana senza scivolare in testi banali e strofe troppo scontate. Sono bravi a mantenere desta l’attenzione, il ritmo e a descrivere ciò che li circonda. Non troverete riff taglienti, non si può certo dire che ci sia un’indole aggressiva ma nemmeno logorosi campionamenti elettronici.
L’ossatura rock nei ritornelli forma chiaroscuri con le chitarre amabili, a volte asprigne negli innesti come in DNA, il suono è omogeneo, la voce pulita del singer suona piuttosto delicata nel pop rock di questo album e risalta bene per esempio ne Il Vostro Gioco, puntellando un rapsodico ritornello. In Corde Amare si fa un salto indietro ai tempi delle superiori, ricordando i film di Fellini, i professori, i primi amori. A volte nostalgici, a volte realisti, già maturi nel cantare storie che ci appartengono ogni giorno.
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