Am Samstag
1
(Black Market Music/Sixteentimes Music)
alternative rock, grunge, post rock
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Nel 1994, pensavamo che la morte di Kurt Cobain e l’uscita di Sixteen Stone dei Bush fossero il testamento biologico dell’impero grunge di Seattle. A distanza di 25 anni, dall’altra parte del mondo, la piccola e neutrale Svizzera tiene ancora in vita il cosiddetto genere grunge: un malato terminale attaccato alla flebo del revival.
Tra Losanna e Berna nasce il progetto del power trio elevetico Am Samstag, con l’uscita del loro debut EP dal titolo 1.
1 è composto da quattro tracce per la durata di 14 minuti: un bignami di sonorità alternative rock, stoner e soprattutto grunge, che rimandano inevitabilmente a gruppi storici quali Jane’s Addiction, Hole, Veruca Salt e i Nirvana del periodo Bleach.
Ma il vero certificato di garanzia dell’EP, nonché fiore all’occhiello, è la produzione e il mixaggio di Jack Endino, uno dei guru del Seattle sound.
La Svizzera porta con sé un discreto background in ambito rock e metal, basti pensare a gruppi storici come Krokus, Celtic Frost e Samael. Senza sottovalutare, però, le nuove e valide realtà che stanno emergendo all’interno dei quattro cantoni, quali Hey Satan, Fu Wang e giustappunto gli Am Samstag.
Meatballs, School Books, Queen of Hearts e You Make Me Feel (Like Hell) rappresentano un vero e proprio viaggio nel tempo, fatto di riff orecchiabili, ruvidi, veementi, nostalgici e magnetici, in mezzo ai quali spicca la voce androgina di Gabriela ‘Gaby’ Varela (ammetto di averci messo davvero un bel pò a capire che il cantante, in realtà, fosse una cantante) ed il fisico statuario da guardia svizzera (!) del bassista Stephane ‘Stephy’ Grand.
Quel sound proveniente da Seattle fu lo zeitgeist dei Novanta, la rivoluzione alternativa più importante dai tempi del punk.
Oggi la proposta musicale simil-grunge degli Am Samstag può suonare anacronistica. È assolutamente comprensibile.
Ma per quelli come me, nati all’inizio degli anni ’70, quel tipo di legame mistico puo manifestarsi solo attraverso quel genere di suoni di quegli anni magici, quando credevi che Scott Weiland fosse l’unico a capirti davvero.
È tutta una questione di tempismo.
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