Admiral Radley
I Heart California
(Cd, The Ship)
indie rock, indie pop, rock
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Grandimart o Earlidaddy? Mm… Admiral Radley! Sì, decisamente meglio Admiral Radley!
Leggenda vuole che mentre Jason Lytle e Aaron Burtch (dei Grandaddy) e Aaron Espinoza e Ariana Murray (degli Earlimart) stavano decidendo il nome della band tra un bicchiere di vino rosso e un piatto di patatine fritte, un curioso personaggio si avvicina al tavolo e viene invitato ad unirsi al gruppo. Sembra venire da un’epoca passata e si presenta come Admiral Radley. E’ stato proprio l’Ammiraglio a suggerire alla band californiana di chiamarsi come lui, dopo aver onestamente ammesso che qualsiasi fusione tra i due nomi delle formazioni precedenti era terribile.
Detto questo gli Admiral Radley rispecchiano in pieno la tradizione musicale dello stato americano della Città degli angeli e del Golden Gate. In questo omaggio alla California infatti si toccano molte delle sfumature di quel famoso “rock californiano” che ha sfornato (e continua a sfornare) alcune tra le band più famose al mondo.
I Heart California è il loro debutto, si apre con un rock melodico e rilassante, fatto di coretti orecchiabili e accordi morbidi (I Heart California, Ghost Of Syllables). Già dopo un paio di brani il ritmo incalza e ci sveglia dal lieve torpore iniziale, lasciando intravedere i primi giochi con gli effetti elettronici che ritorneranno più volte all’interno del lavoro (Sunburn Kids). Arriva poi una delle ballate sparse qua e là nel disco (Lonesome Co.), seguita da The Thread, filastrocca folk che sembra uscire da un vecchio carillon. Non mancano anche brani più energici, dalle chitarre dense e corpose (Red Curbs, Ending Of Me). Unico pezzo che sembra capitato nell’album per caso è I’m All Fucked On Beer, un intruglio di elettronica e voce campionata che sta a I Heart California come una canzone di Justin Bieber starebbe in un album di Eric Clapton!
Tutto sommato dev’essere che la California ispira. E’ da vedere però se si riesce poi ad emergere dalla massa di gruppi californiani che fanno un genere molto simile a quello dei nostri. E in effetti gli Admiral Radley, pur proponendo un album gradevole e gradito, mancano di quel tocco di originalità che li farebbe risaltare nella moltitudine di band indie rock americane.
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