AA. VV.
The Next Wave
(Cd, A Buzz Supreme)
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The Next Wave, questo il nome scelto per la raccolta autoprodotta che presenta vari nomi di solisti e band del sottobosco musicale toscano, tra Firenze, Prato e Pistoia. Il richiamo agli anni ’80 è chiaro, e voluto è il riferimento alla grande new wave fiorentina, quella dei Diaframma e dei Litfiba, che hanno fatto del capoluogo toscano la culla di un genere musicale e di un successo tanto travolgente quanto breve. E perché non ricordare il primo Ruggeri, o il grande Garbo, anche se geograficamente più lontani.
Oggi quel “new” è diventato “next”, e pur tenendo presente che è proprio da quei nomi celebri che si parte, per capire fino in fondo questo disco dobbiamo dimenticare le grandi firme e prepararci a qualcosa che, dopo più di vent’anni, è per forza di cose diverso, nuovo, lontano; in una sola parola “next”, appunto.
Superfluo, forse, soffermarsi troppo sui singoli brani in un disco così vario ed eterogeneo: basti sapere che ci si muove tra una selezione di pezzi in inglese e italiano dei gruppi che meglio rappresentano la nuova scena musicale fiorentina, tra alternative rock, indie, leggeri echi di punk e influenze che vengono da oltre-Manica (Franz Ferdinand, Arctic Monkeys ma anche i Newyorkesi Strokes) più che dalla nostra penisola (anche se non possono non venirci in mente i Bud Spencer Blues Explosion), eccezione fatta per brani come Un Esperimento dei Granprogetto, dal sapore italianissmo, Pictures Of Summer e Solitari Blu, i pezzi più belli del disco, targati Velvet Score e Underfloor. Ottime anche Last Bus On The Way (The Hacienda) e la struggente La Scelta E’ Tragica (La Duma).
Nel complesso, poi, un disco molto piacevole, grazie all’alternarsi di energia rock e freschezza indie con brani romantici e malinconici, sulla scia, per fare qualche nome, di Onirica, Deasonika e del Nucleo di Andrea Zanichelli. Il tutto arricchito da quella spontaneità e naturalezza di chi sta lontano dal mainstream, da suoni che arrivano finalmente nuovi all’orecchio, voglioso, alla fine del disco, di riascoltare ancora quello che non si trova se non si getta lo sguardo oltre un nome blasonato, di approfondire e apprezzare quella che è davvero The Next Wave della musica italiana.
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