Raster-Noton Electric Campfire
Roma, Accademia di Cultura Tedesca, Villa Massimo, 13 settembre 2013
Anne-James Chaton, Senking, Pomassl, Kyoka, Robert Lippok, Grischa Lichtemberger, Frank Bretschneider, Alva Noto
live report
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L’Electric Campfire è ormai diventato l’Evento per tutti gli appassionati di musica elettronica, una delle ultime serate all’aperto prima del nuovo inizio della stagione autunnale, rintanati nei club. Ma soprattutto è, come accade da anni, l’occasione per fare il punto su quella che è considerata come una faro da tutti gli appassionati di computer music, ovvero l’etichetta Raster-Noton animata dai suoi deus ex machina, ovvero Olaf Bender (aka Byetone), Carsten Nicolai (aka Alva Noto) e Frank Bretschneider, sulla carta tutti presenti alla serata romana.
All’ingresso però arriva la doccia fredda: Byetone è influenzato e non è arrivato a Roma, per cui va a farsi friggere il dj-set dei Diamond Version, il progetto di Alva Noto e Byetone, appunto, che lo scorso anno avevamo ascoltato in anteprima live proprio a Villa Massimo.
A causa dell’enorme richiesta di partecipazione (all’Electric Campfire si accede gratuitamente previa registrazione online e – per inciso – il gaudio dei fortunati partecipanti è aumentato anche da un open bar), quest’anno il palco è stato spostato dal suggestivo ma piccolo spiazzo nel boschetto al più grande cortile antistante la bellissima Villa Massimo, che ospita l’Accademia di Cultura tedesca di cui proprio Alva Noto è un ex borsista.
La Raster-Noton col tempo è quindi diventata sinonimo di musica elettronica in primo luogo, ma anche di minimal techno, abstract techno, glitch e sperimentazioni senza barriere.
Anne-James Chaton, francese, autore di alcuni interessanti dischi fra cui uno in condominio con Alva Noto, è principalmente un poeta e un ricercatore del rapporto fra suono, parola e testo. Stasera decide di provare a spostare in avanti la sua ricerca; nella mezzoretta prevista dal suo set riesce a produrre musica niente male, ma in un ambito piuttosto convenzionale.
A spostare in avanti il genere ci pensa subito dopo Jens Massel aka Senking: Capsize Recovery è l’album fresco di stampa e che viene saccheggiato in una quarantina di minuti di set in cui l’abstract techno tipica di casa Raster-Noton viene filtrata attraverso l’IDM tipica degli anni ’90 e – comunque – attraverso suoni setosi e mai taglienti. Nonostante sia materiale musicale tutt’altro che inedito, Senking ha convinto e strappato applausi sinceri dal pubblico sino ad allora intervenuto, qualche centinaio di persone che dopo un’oretta saranno diventate almeno 3.000 (ad occhio).
Pomassl è conosciuto a Vienna più per la sua attività di dj che per la musica prodotta in proprio. Stasera sfiora il ridicolo suonando una technazza banale, ma soprattutto per dei maldestri tentativi di fomentare un pubblico invece distratto.
Kyoka, divisa tra Tokyo e Berlino, prova a disturbare la techno col pop e viceversa, con bordate di suoni semplici e diretti. Le sue sperimentazioni sono più compositive che riguardanti la ricerca sonora: a tratti riesce a sorprendere, a tratti risulta troppo cerebrale o troppo “fisica”, senza mezze misure. Comunque una scoperta interessante di cui prendiamo nota e ci ripromettiamo approfondimenti.
Che fine hanno fatto i To Rococo Rot? Il loro Speculation del 2010 non era un gran che, ma da allora… più nulla. Robert Lippok invece, appese al chiodo le bacchette della batteria che suonava con la band, da solo gioca in lungo e in largo con la techno e con i ritmi, con un atteggiamento giocoso e curioso, la stessa attitudine che metterà nel suo set di stasera.
Per Grischa Lichtemberger dovrei riscrivere le stesse parole usate lo scorso anno. Ve l’andate a rileggere da soli?
Frank Bretschneider, padrone di casa della serata e anche conosciuto come Komet, è fresco di pubblicazione di Super.Trigger, che ci presenta insieme ad alcuni dei visual più interessanti dell’Electric Campfire 2013. Quello che ci propone stasera, ribadito dalla ricorrente scritta Bass – Drum proiettata sullo schermo, è pura esplorazione del ritmo, in mille sfaccettature, infischiandosene alla grande di qualsiasi traccia di melodia. A tratti geniale, sempre interessante, tiene alti i BPM e riesce ben presto nel miracolo di ipnotizzare la platea.
Saltato il dj set di Diamond Version, si recupera con Alva Noto e Anne-James Chaton (annunciati in programma) e la geniale (nella sua solo apparente semplicità) Uni Acronym. Sul palco c’è però anche Lippok, che animerà una mezzoretta di dj-set con Noto. Partono bene, anzi benissimo, con techno-ricercatezze, salvo virare verso inutili ritmi blandamente afro e un finale dedicato a James Brown e la sua Sex Machine. Troppo poco, troppo breve, abbastanza incoerente.
L’orgia di bit&beats proposta nel super-show-case di stasera ha evidenziato nel bene e nel male cos’è la Raster-Noton del 2013: un’etichetta con una cifra stilistica e un sound assolutamente riconoscibile, nonostante le macroscopiche diversità dei suoi artisti. Una label che offre spazio a musicisti spesso geniali, ma anche che mostra il fianco allo stato di involuzione autoreferenziale in cui versa un po’ tutta la musica elettronica contemporanea.
Comunque, complimenti allo staff di Villa Massimo per l’organizzazione, complimenti alla Raster-Noton per il suo lavoro in generale. Iper-criticismo a parte… ce la siamo goduta.
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