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Purautopia: Co.Co.Co. – Canzoni A Tempo Determinato

Irradiano sarcasmo e consapevolezza queste dissacranti e danzerecce Co.Co.Co. – Canzoni A Tempo Determinato. Ska, rock, jazz, orchestre balcaniche e fieste sudamericane, musica socialmente utile per chi non intende rassegnarsi ad un oscuro presente

Purautopia

Co.Co.Co. – Canzoni A Tempo Determinato

(Cd, CinicoDisincanto/Altipiani/Halidon)

canzone d’autore

[starreview tpl=16]

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Un sorriso lieve, velato da un sottile strato d’amarezza. E’ così che abbiamo reagito ascoltando il nuovo lavoro dei Purautopia.

Assemblatosi circa dieci anni fa, grazie alle sue dissacranti e irriverenti Co.Co.Co. – Canzoni A Tempo Determinato, il combo romano ci introduce all’interno di storie di precarietà e mancate rivoluzioni in cui Nessuno Sembra Protestare. Una realtà drammatica (in qualche caso anche tragica…) eppure ridicola, popolata da onesti cittadini che vorrebbero tanto smetterla di recitare una vita che non è la loro, dove ci vuole fegato per sopravvivere ad un mercato del lavoro sempre più alla ricerca di apprendisti “…che siano esperti e non conoscano né ferie né domeniche né tredicesime…” oppure di un bel “…rumeno da traino, che sia pulito, rispettoso, che non parli troppo , anzi possibilmente quasi mai, e non si offenda quando uccido gli operai…”.

Argomenti scomodi, affrontati con la forza dell’ironia e di un umorismo feroce che non cede mai il passo all’invettiva, musicalmente sorretti da un complesso di suoni ed arrangiamenti ricercati e curatissimi, capaci di pescare a piene mani sia da un certo cantautorato impegnato dal quale, allo stesso tempo, fingono di fuggire (Guccini Non Ti Sopporto Più), sia da echi mediterranei contaminati di Sudamerica.

Già ospitati sul palco da Paolo Rossi per l’apertura del suo Recital, i Purautopia (vale a dire Sandro e Andrea Curatolo, Dario Lucarini e Gianluca Costa) dimostrano di avere la bravura e la consapevolezza per farsi conoscere ed apprezzare da un pubblico più vasto anche se, nonostante l’impegno ed i buoni propositi, non è detto che i risultati siano sempre quelli sperati, come insegna la ghost track finale, splendida ed irriverente cover del Ci Vuole Un Fiore del compianto Sergio Endrigo.

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Ivan Masciovecchio
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