Marco Milani, scrittore di sf ed editore con EDS, ha recentemente pubblicato un libro sui Blue Oyster Cult.
Si tratta di una biografia dello storico gruppo, inframezzata da riflessioni sul percorso della band e della musica hard-rock e metal in genere e corredata con personali tratti narrativi a tema.
L’intro, una sorta di rivisitazione in chiave letteraria dell’incipit del film l’ombra dello scorpione, tratto dall’omonimo romanzo capolavoro di Stephen King. Una rivisitazione densa di atmosfera, di impressioni dettate dal ritmo di Don’t Fear the Reaper, che impone il suo colore per tutte le pagine successive, le quali si dipanano tra biografia, autobiografia, zen, letteratura e riflessione generazionale.
Un percorso anomalo e inconsueto quello dell’autore, frutto di anni in cui l’appassionato, il fan, dei BOC si è mescolato allo scrittore e poi al maestro di filosofie orientali, trasfigurando la loro musica in un qualcosa di vissuto, una sorta di compagna di vita con cui poter dialogare e meditare.
Il risultato? Questo libro, all’apparenza limpido e leggero come l’acqua, ma che sotto questa calma apparente ci apre squarci di potenza, puro metallo, potremmo quasi definirlo metallo metafisico, stellare, rendendo in questa chiave ciò che sono stati e sono tutt’ora i BOC.
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