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Pop Evil: recensione di versatile

Ha ancora senso parlare di nu-metal nel 2021? Sì, e il caso dei Pop Evil è emblematico sotto questo punto di vista. Versatile è un buon disco, pieno di ottime canzoni.

Pop Evil

Versatile

(Entertainment One)

nu-metal

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recensione-pop-evil-versatileHa ancora senso parlare di nu-metal nel 2021? Sì, così come ha senso parlare di grunge, brit pop, fusion e altro ancora se la musica che viene proposta risulta essere gradevole e piena di buone canzoni. Il caso dei Pop Evil è abbastanza emblematico sotto questo punto di vista.

La band americana, che è in giro da ben venti anni, può collocarsi in quel grande calderone nel quale vanno chiaramente a infilarsi gente come Papa Roach, Linkin Park e altri ancora.

Versatile è un lavoro che ha delle sonorità ben note, se uno conosce le entità musicali appena citate.

I brani inseriti all’interno di questa nuova fatica sono tosti, ma melodici allo stesso tempo, con il cantato che varia le sue parti, passando senza problemi dall’essere arrabbiato al modificarsi immediatamente e diventare armonioso, così come era solito fare uno come Chester Bennington.

Il radio oriented pervade questa fatica, visto che pezzi come Set Me Free, Let The Chaos Reign o Breathe Again avrebbero tutto per passare all’interno delle programmazioni delle radio alternative o sui canali di quella che un tempo era MTV.

Il problema, probabilmente, è che ci troviamo dinnanzi ad un album arrivato fuori tempo massimo per quanto riguarda i dati di vendita, nel senso che difficilmente potremmo assistere ad un boom che possa spaccare il senso di stasi che questo genere ormai ha raggiunto da una decina di anni.

Sicuramente, ascoltando una canzone come Work, ci si rende conto del potenziale di un gruppo che ha, comunque, una carriera alle spalle di lunga durata, ma che è stato sempre nelle retrovie rispetto ai nomi pesanti che hanno caratterizzato un genere che ormai viene guardato con nostalgia da chi c’era ed è passato su altre sponde.

Insomma Versatile è un buon disco, pieno di canzoni che avrebbero fatto tanto a cavallo dei due secoli, ma che sembra essere uscito in un periodo storico in cui difficilmente questa proposta potrà attecchire con forza e prepotenza. Ad ogni modo la buona musica (e qui ce n’è tanta) non ha tempo e collocazione, perché se una canzone è bella nel 1998 lo è anche nel 2021. Album consigliato ai nostalgici del nu-metal, ma anche a chi ama la musica di qualità.

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Francesco Brunale
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