Pj Harvey & John Parish
A Woman A Man Walked By
(Cd, Island Records)
rock
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Polly Jane torna con una nuova collaborazione più che prolifica con l’inglese John Parish, produttore e musicista che da anni mette lo zampino nei lavori di artisti come Eels e Sparklehorse.
A Woman A Man Walked By è un disco curato e sobrio che cresce piano piano.
Si apre con Black Hearted Love, un singolone pop che non dovrebbe comparire qui bensì nell’ultimo disco solista di Morrisey; mentre Sixteen, Fifteen, Fourteen è un abbraccio ipocrita ai Led Zeppelin all’epoca di The Battle of Evermore.
Dal terzo pezzo in poi il disco cambia.
Leaving California e The Chair sono due bellissimi esperimenti: Pj mette da parte riotgirlismo e ambizioni da popstar per dare spazio a una vena più intimista.
April, ballata davvero niente male: semplice, minimalista, fluida; suoni netti e di altissima qualità assolutamente poco pretenziosi e per nulla invadenti.
Il disco inciampa al sesto e nono pezzo in cui Pj fa diecimila passi indietro verso i suoi cari vecchi anni ’90 per rinfrescare la sua ugola riot.
Questa finta cattiveria purtroppo risulta un pò ridicola in un contesto fatto di atmosfere soft e ricercate.
Insomma io sono donna e sono anche incazzata, ma in quei giorni lì preferisco il noise dei Melt Banana al chicken-rock femminista.
Faccio finta di niente e passo avanti.
Il disco torna alla normalità con il pezzo The Soldiers: calma, tranquillità; Polly ruba qualcosa a Kazu Makino (Blonde Redhead) ma non fa niente.
A Woman A Man Walked By si chiude con Cracks In The Canvas, uno zuccherino di un minuto e cinquanta troppo breve per rimanere nella storia.
Questa collaborazione ha dato vita ad un disco dignitoso e piacevole, Pj Harvey non ha terminato la sua carriera piuttosto sta cambiando forma per dedicarsi alla ricercatezza dei suoni e alla discrezione.
Chi l’ha sempre amata sicuramente continuerà a farlo, chi l’ha odiata forse ci ripenserà ma chi ha sempre ascoltato altro non troverà affatto interessante un lavoro come questo.
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