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Piccoli omicidi: recensione CD omonimo

Contaminazioni pop, folk e rock nel secondo album dei reggiani Piccoli Omicidi

Piccoli omicidi

s/t

(Still Fizzy Record)

folk, pop, rock

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piccoli_omicidi-recensione-cd

La band reggiana Piccoli Omicidi pubblica il suo secondo lavoro in studio. Un album omonimo che vede lo zampino di Paolo Benvegnù, e che proprio da questo grande cantautore tra la massima ispirazione. Ispirazione folk che si mescola a motivetti pop orecchiabili e a tappeti indie in cerca di un’identità ancora da definire.

Piccoli omicidi si apre con Avendoti, un folk dai testi curati e per niente banali, che risente molto dell’influenza di alcuni corregionali (Modena City Ramblers in testa), per cambiare subito regime con Démodé, prossimo probabile singolo, un pop-rock allegro e frizzante. Pensione Miranda stupisce piacevolmente per il suo vago sapore elettronico d’antan, mentre su di lei aleggia lo spettro di un altro maestro della nostra musica: Franco Battiato. Ed ecco che dopo la title track à la Afterhours, compare una cover ben riuscita di Povera patria, pezzo di ormai una ventina di anni fa, ma sempre tremendamente attuale.

Piccoli omicidi è un album vario, orecchiabile e ben suonato di una band che ha imparato alla perfezione la lezione dei grandi classici e dei contemporanei. Ma che per fare la differenza deve lasciarsi andare e mettere a nudo la sua anima.

[youtube id=”UrN-JegebRQ” width=”620″ height=”360″]

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Simona Fusetta
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