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Piano Magic: live report (Pescara, 8 novembre 2009)

L'anima inquieta dei Piano Magic fa tappa a Pescara per una performance dall'inconfondibile forza evocativa. Guarda il video di On The Edge

Piano Magic

Pescara, Mono Spazio Bar, 8 novembre 2009

live report

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Piano Magic live, foto di Mark Bruko, tratta da Flickr
Piano Magic live, foto di Mark Bruko, tratta da Flickr

Un’occasione da non perdere quella di stasera al Mono Spazio Bar di Pescara. In tour per la promozione del nuovo Ovations, sono di scena gli inglesi Piano Magic, band incarnazione di Glen Johnson, unico superstite della formazione originale della fine degli anni 90.

Il piccolo locale si conferma, ancora una volta, una struttura dall’ottima acustica (anche grazie al solito lavoro del buon Matteo “Molecola”), evitandoci il classico effetto fischio nelle orecchie di fine serata. Il concerto ha inizio con la canonica mezz’ora di ritardo, fatto inusuale per i locali della zona che ci hanno drammaticamente abituato a ritardi biblici, chissà che finalmente qualcosa non sia cambiato.

La tracklist del concerto
La tracklist del concerto

A vederli da vicino sul palco diresti tutto tranne di essere di fronte ad una band culto con dieci album alle spalle, complice la loro bellissima e disarmante semplicità. Ma appena il tutto ha inizio, capisci quanto possa essere sbagliato tutto ciò.

Il quintetto pesca nel passato recente della produzione, tralasciando i momenti più intimisti e sparando in faccia alle oltre 200 presenze brani tirati ed incalzanti. Gli album più saccheggiati sono quindi gli ultimi, proponendo pezzi come Recovery Position e il nuovo singolo On Edge, passando inevitabilmente per The Last Engineer.

I cinque sono in gran forma e si alternano agli strumenti nel piccolo spazio a loro disposizione con il solo vestitino rosso un po’ di glamour della francesina Klima a dare un pò di colore alla loro eccezionale performance di spettrale ghost-rock.

La band si esibisce per un’ora ed un quarto che scappa via troppo velocemente, disturbato qua e là da qualche chiacchiericcio di troppo dei soliti guastafeste; si chiude con la bellissima (Music Won’t Save You From Anything But) Silence con Johnson che pretende che tutti, ma proprio tutti, tengano il ritmo con le mani.

Poi solo applausi.

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Vincenzo Riggio
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