Peter Broderick
These Walls Of Mine
(Cd, Erased Tapes)
alternative
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Cercando un po’ di notizie su Peter Broderick ho scoperto diverse cose interessanti: intanto è di origine belghe ma nato negli Stati Uniti 25 anni fa (e questa, considerando l’album che ora cercherò di raccontarvi, è la prima cosa notevole) e ha già fatto, prima di questo These Walls Of Mine, tantissime cose come album di solo pianoforte, uno di musica per orchestra concettuale, una piéce di danza contemporanea, e poi delle serie di “musiche per” immagini, film, documentari, poesie.
Non conosciuto al grande pubblico, ma di sicuro interessante, vario e già corposo il suo lavoro, nonostante appunto la giovane età.
Quest’album deriva da “simpatici esperimenti” che Peter fece nel 2009-2010 nella sua pagina di Flickr, non solo, a riprova del profondo legame fra l’artista e i suoi fan alcuni testi che si ascoltano sono suggerimenti, ispirazioni, collaborazioni proprio fra quest’ultimi e Peter; il tutto poi mixato a Berlino, più cool di così.
Veniamo all’album, che riassumerei così: complicato ma bello.
Prove, esperimenti, atmosfere sonore e suggestioni di testi, musiche e poesie si intrecciano in questo album che di sicuro non è facile ed immediato, e non vuole neanche esserlo, ma che riesce però a portare l’ascoltatore in uno stato che oscilla dall’incantato, al curioso, al sognante. Intendiamoci: alcuni potrebbero prendere il cd e lanciarlo dalla finestra, bollandolo come una “palla mostruosa” (rischio che forse avrei corso pure io, se non fosse che il mio ruolo mi obbliga ad un ascolto attento e completo, e adesso direi meno male che ho resistito).
Ma ci sono però anche canzoni più “facili” se vogliamo: come Freyr! che con un bel piglio folk ci parla di quando sparì il suo gatto, Freyr appunto; When I Blank I Blank, un pezzo ambient dalle basi e i sample curati che gli danno un gran respiro ed un testo molto evocativo che fa lavorare per immagini; These Walls Of Mine II, preceduta prima dalla lunga presentazione di These Walls Of Mine I che è anche una dichiarazione di intenti su tutto il lavoro creativo di questo artista, dichiarazione che poi diventa il testo della canzone su una base che sa di electro, di hip/hop ma anche dal sapore classico dato dai diversi fraseggi degli strumenti a corda, chitarra, violino e chissà quanti altri che non sono però riuscito a riconoscere.
Insomma: un album difficile e complesso che riesce a dare molto a livello emotivo ma che richiede anche una predisposizione ed una concentrazione adeguate per entrare nel sensibile progetto artistico di Peter Broderick, fra le altre cose alcuni testi sono riflessioni stesse sul suo lavoro, come la leggera I Do This.
Consigliato a chi può rinunciare ad un po’ di melodia per una buona dose di creatività reale ma eterea, sognante.
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