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Peluqueria Hernandez: Amaresque

Finalmente Amaresque, ultima fatica della Peluqueria Hernandez. Un viaggio senza ritorno tra spaghetti-western, tequila, fieste messicane e atmosfere jazz

Peluqueria Hernandez

Amaresque

(Cd, Audiar/Radiocoop ed.)

nu jazz, folk, popular song, latin

[starreview tpl=16]

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Immaginate di percorrere le polverose strade del vecchio west, di trovarvi nel bel mezzo di una fiesta messicana che alla fine ha il sapore anche di una sagra nostrana, o nel set del piu’ classico dei spaghetti-western (in tal caso assolutamente diretto da Tarantino, la definizione “sei corde tarantiniane” è quanto mai azzeccata) per poi svegliarsi all’improvviso in un jazz club di San Francisco e poi giù ancora tra cactus e tequila per sfociare anche nel post-rock ma sempre in salsa jazz.

I cambi di scena sono talmente veloci che puo’ essere solo un sogno, oppure state ascoltanto Amaresque il nuovo album della Peluqueria Hernandez.

Sono infatti queste le atmosfere e ambientazioni che richiama il nuovo lavoro della band veronese, nata nel 2004 dalla fervida immaginazione di Mauro Marchesi, già fumettista di fama mondiale.

La Peluqueria Hernandez sono Mauro Marchesi (chitarra elettrica), Joyello Triolo (chitarre, voce, theremin), Thomas Simoncini (basso, chitarre acustiche), Gigi Sabelli (batteria, percussioni), Luca Pighi (percussioni, batteria), Roberto Lanciai (sassofono alto e baritono); dopo l’esordio del 2007 con Dischi Strambelly, inaspettatamente la Nike  prende a prestito la traccia loro omonima per un suo spot. Arrivano ora finalmente a questo atteso nuovo album, per di piu’ prodotto da Tony “Face” Bacciocchi, già Not Moving e Link Quartet.

Amaresque è un disco sostanzialmente strumentale, infatti vuole essere la raccolta delle colonne sonore di otto indimenticati titoli della filmografia del fantomatico regista scomparso 35 anni fa (esistito? Non esistito? Sognato? Vivo ? Morto?) Holden Rivarossi, il tutto condito dalle locandine delle pellicole disegnate dallo stesso Mauro Marchesi.

Le otto tracce (piu’ ghost track realizzata con Lilith And The Sinnersaints) passano veloci ,divertono, le immagini corrono, basta lasciarsi trasportare senza remore.

Ed è proprio la leggerezza, la nonchalance con cui i Nostri attraversano generi differenti, con cui passano da una soluzione all’altra, da un’immagine all’altra, che rapisce e incanta. Dall’alto al basso, “dal divertimento all’impegno e ritorno” si potrebbe dire.

E’ frequente la sensazione di déjà-sentì, e inevitabilmente deja’ vù, che traspare dalle tracce dell’album, talmente palese a volte che fa sorridere, ma anche regolarmente tradita con soluzioni stilistiche sorprendenti e cambi di ritmo inaspettati, raggiungendo apici di assoluta qualità come nella title track Amaresque, appunto, o nell’eccellente suite Procopio, pezzo più lungo dell’album con i suoi otto minuti, il tutto supportato dal sopraffino ma mai invadente sax di Roberto Lanciai.

Amaresque si arricchisce inoltre della prestigiosa partecipazione di Umberto Palazzo alla voce nella meravigliosa cover de La Martiniana, classico messicano di Andrès Henestrosa.

Un album originale, quindi, divertente e di qualita’ che nel panorama italiano non sono caratteristiche da dare per scontate.

E allora basta parole e ripartiamo velocissimi dalle polverose e piccanti strade messicane, perchè è sempre da li’ che si parte, eccitati dalla curiosita’ di sapere cosa ci aspettera’ dopo ogni curva, ma tranquilli che mal che vada si continuera’ a ballare e ascoltare gran musica, al di la’ di dove ci troveremo.

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Emiliano Malavolta
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