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Partinico Rose: recensione di Undeclinable Ways

Firmato con la storica label anglosassone Earache Records, i Partinico Rose tornano alla carica con un nuovo full-lenght. Undeclinable Ways è la seconda prova in studio della band siciliana.

Partinico Rose

Undeclinable Ways

(Earache Records)

alternative rock, indie rock

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“Sogno per loro un produttore attento e capace, uno che sappia tirar fuori l’enorme potenza creativa di questa band che merita davvero grande attenzione” questo scrivevo nell’ormai lontano 2019, anno in cui i siciliani Partinico Rose esordivano con Songs For Sad And Angry People, album autoprodotto molto romantico e altrettanto incazzato.

Nel frattempo la formazione è andata avanti nel proprio percorso, mutando intenzioni e direzioni (come spesso accade) fino ad imbattersi in una storica label anglosassone, la Earache Records, celebre nei nineties per aver rilasciato alcuni tra i piu’ importanti gruppi della scena metal-death come Morbid Angel e Napalm Death ma ormai da diversi anni lanciatissima anche nello sconfinato panorama dell’alt rock.

Con Undeclinable Ways, registrato durante l’estate 2022 presso Sotto il Mare Studio a Povegliano Veronese con la supervisione di Luca Tacconi (riprese, mixing/mastering) che vanta la copertina dell’artista contemporaneo Mauro Gazzarra, i Partinico Rose si scrollano di dosso i riferimenti darkwave assai presenti nel debut album per abbracciare e reinterpretare a loro modo, i suoni distorti della Seattle più ruvida degli anni ’90, à la Mudhoney e Melvins per intenderci e la malinconia sonora di Elliott Smith e Nick Drake.

Il fil rouge con il passato va ricercato nelle liriche, impegnate e ficcanti come un tempo, nelle undici tracce incluse si affrontano tematiche attuali e scottanti, dalla violenza sulle donne alle morti sul lavoro fino alla dannata competizione in ambito, sociale, artistico e lavorativo amplificata alla massima potenza con l’avvento di internet e dei social che rendono difficile, a tratti impossibile, reggere il ritmo e andare avanti per la propria strada senza accusare il colpo a livello emotivo (vedi The Hard Competition).

Oltre a Vincenzo Cannizzo (voce e chitarra), Massimo Russo (basso) e Carlo Schembari (batteria) appare in tutta la sua grazia l’elegante violoncello di Martina Monaca che regala alle tracce acustiche una connotazione onirica e splendidamente classic retrò.

Senza dubbio intriganti le esternazioni più aggressive come la vigorosa Pitful End, la massiccia e lievemente distorta Prisoners, la densa e compatta Rebuild (secondo singolo estratto) e l’energica Crazy Shard dove tutti gli strumenti sono al servizio di un imponente muro di suono.

Ma la vera anima di questo disco, peraltro apprezzato da Iggy Pop tanto da trasmetterlo durante le sue conduzioni su BBC6, emerge soprattutto nelle ballad dove i nostri mostrano senza dubbio il loro profilo migliore, la title track impreziosita dal suono quasi soprannaturale del violoncello e da un centratissimo arpeggio di chitarra, The Hard Competition (una delle prove più incisive) dove armonicamente convivono la soavità dell’insieme e la potenza evocativa del testo, Runaround con i suoi echi curiani ed Enter, closing song devastante, la migliore in assoluto, lo splendido assolo di basso iniziale apre ad un suono tondo e avvolgente racchiuso in un arrangiamento davvero impeccabile.

Undeclinable Ways suona ruvido come un diamante grezzo, ad un lustro dall’esordio i Partinico Rose sono ancora come li ricordavo, genuini, ardenti, istintivi e sinceri fino al midollo…e poi, se l’iguana del rock ha detto sì chi siamo noi per contraddirlo?

https://www.facebook.com/PartinicoR/

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