Partinico Rose
Songs for sad and angry people
dark-wave, post-punk
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Mi arriva Songs for sad and angry people dei Partinico Rose. Un altro disco da ascoltare, tra decine e decine che aspettano pazienti il loro turno, lo metto su, un po’ distratta e ansiosa come sempre quando si tratta di opere prime, perché l’esordio di un artista (in questo caso di una band) è importante e sono sempre dispiaciuta quando mi trovo a scrivere cose che non vorrei, quando non percepisco un seppur minimo moto rivoluzionario, un concetto originale, una luminescenza sonora messa a fuoco.
Parte la prima traccia (Slave of time) e mi accomodo meglio sulla poltrona, voce dissonante, riff di chitarra maestoso, basso portante e batteria piena di flanger, qualcosa non mi quadra e alzo il volume a palla, non mi capita spesso di titubare sul brano d’apertura, ho una voglia matta di scoprire cosa si nasconda dentro a Songs for sad and angry people dei Partinico Rose, incazzati e romantici allo stesso tempo, il mood che in assoluto di più mi appassiona.
Slave of time da sola non mi basta, apro il video ed è una sorpresa aggiuntiva. Lo guardo in loop, decine di volte, schiavo del tempo e di ogni catena sociale che ci obbliga ad una resa individuale disarmante. Alla fine dell’ultima strofa Vincenzo smette di cantare e molla di botto la chitarra, gesto altamente scenografico che racconta una rabbia latente trasformata in musica che suona alla grande.
Il disco si muove in territori decisamente dark wave anche se, di tanto in tanto, subentrano ambientazioni post punk a supportare le tracce più aggressive, di certo non potremmo annoverarlo tra le uscite di goth inteso nella sua forma più pura ma il concetto di rock cupo e paludoso lo pervade interamente ed offre a chi ascolta grossi spunti di riflessione.
Particolarmente centrati nelle tracce più quiete, Don’t leave me alone, The end of summer e Rehab from you, i Partinico Rose esplodono in tutto il loro splendore anche nelle energiche I’m looking for a job e The revenge.
Songs for sad and angry people è il disco perfetto per chi non si sente allineato, per chi vive con disagio il proprio tempo e la società che lo circonda. Cattura, stupisce, assorbe, sprofonda e risorge…
Sogno per loro un produttore attento e capace, uno che sappia tirar fuori l’enorme potenza creativa di questa band che merita davvero grande attenzione.
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