Paparoach
Time For Annihilation
(Cd, Eleven Seven Music)
alternative metal, nu-metal, hardcore
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Ed ecco a voi, siorri e signore, Time For Annihilation, il primo album live dei Papa Roach, che ormai cavalcano l’onda dal 2000 (come mi sento vecchia, sigh sob! Quando sfondarono l’underground ero una piskella di 17 anni!!!), con, in più cinque nuove tracce (le prime 5 ovvero Burn, One Track Mind, Kick In The Teeth, No Matter What, The Enemy). Tutto il resto è costituito da pezzi tratti da un loro live tour del 2009.
A dire la verità, sarà la maturità, sarà l’età, nei pezzi nuovi i ragazzi si sono abbastanza ammorbiditi ed addolciti rispetto agli esordi, ma chi si intende di musica saprà bene che forse solo i Beatles (band d’altri tempi del resto e di tutt’altro genere, nonché pilastri del rock) hanno subito un’evoluzione in chiave “più hard”, se così si può dire, con il tempo, ed a distanza di anni.
I Papa Roach invece, come tante altre band a partire dagli anni ’80 in poi, dimostrano di voler smorzare, con i nuovi pezzi contenuti in Time For Annihilation, forse per adeguarsi ai gusti di certi ragazzini di oggi, o di una fetta del pubblico rock, che apprezza soprattutto l’alternative, con una giusta dose di pathos e cattiveria, ma senza eccedere nell’estremo.
Si badi bene che questa non è una critica negativa e con questo non si vuole affermare una caduta di livello qualitativo della band di Sacramento, che, invece, pur nell’ammorbidimento generale dei nuovi pezzi, molto più alternative rock che nu-metal (come all’inizio della loro carriera), si dimostra in grado di mantenere il proprio stile e la propria impronta caratterizzante a livello di sound, mescolandoli con influssi alla Muse, in chiave più cattiva. Senza contare che l’uso dell’elettronica è più presente rispetto agli esordi, con suoni sicuramente più elettrici. Grande novità è il tentativo dei Paparoach di sperimentare la ballad alternative alla Nickelback per intenderci (No Matter What), o il buttarsi quasi nel punk-hardcore (The Enemy).
E’ giusto che un gruppo sperimenti, si metta in gioco in vari ambienti e su vari terreni, piuttosto che sfornare una serie di album tutti uguali, cloni di se stessi. Chiaro che il parere dei fan di vecchia data si potrebbe discostare molto da quello dei nuovi adepti.
In quanto fan di vecchia data, però, permettetemi di dire che il pezzo forte è la parte live, ovvero i nove pezzi eseguiti dal vivo (che poi sono una serie di successi tratti dagli album precedenti), subito dopo i pezzi nuovi; grande idea quella di inserire, nell’intro di ogni pezzo, una citazione colta (dai Pink Floyd ai Metallica, ai Ramones ed altri per intenderci); anche se Jacoby Shaddix appare un po’ affaticato, non perde mai il rapporto col pubblico ed il contatto diretto con la folla, si dimostra un istrione di grande capacità. Il pubblico è visibilmente commosso ed in sicuro visibilio, anche perché tutta la band è molto compatta e professionale durante tutta l’esibizione.
E poi, come non commuoversi di fronte ad una buona esecuzione di Between Angels And Insects e Last Resort?? Impossibile!!! Rivivendo l’adolescenza perduta e che mai ritornerà…
Chicca finale, la traccia nascosta, che è poi un messaggio vocale impegnato da parte di Shaddix, a dimostrazione che la musica può fare…Non solo canzonette!
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