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Papa M: recensione di Ballads of Harry Houdini

Ballads of Harry Houdini si configura come uno dei lavori più coraggiosi e riusciti nella discografia di Papa M, capace di bilanciare perfettamente sperimentazione e accessibilità.

Papa M

Ballads of Harry Houdini

(Drag City)

indie-rock, post-rock, alternative

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L’atteso ritorno di David Pajo sotto il moniker Papa M con Ballads of Harry Houdini rappresenta un’evoluzione significativa nel percorso artistico di uno dei chitarristi più influenti della scena post-rock. Dopo sei anni di silenzio dal minimalista A Broke Moon Rises, Pajo abbandona le atmosfere contemplative per abbracciare un sound decisamente più muscolare ed elettrico.

L’album si apre con Thank You For Talking To Me (When I Was Fat), un brano che fonde magnificamente l’approccio krautrock alla Neu! con una chitarra protagonista assoluta. Il soundscape creato ricorda per complessità timbrica i migliori momenti dei Tortoise, ma con una maggiore propensione alla distorsione e al feedback controllato. La produzione, curata nei minimi dettagli, permette di apprezzare ogni sfumatura della stratificazione sonora, con un mastering che mantiene intatta la dinamica senza cedere alla loudness war.

Il vero colpo di scena arriva con Ode to Mark White, dove Pajo sfoggia una voce roca alla Tom Waits in un contesto quasi ballad-oriented che strizza l’occhio alla tradizione folk americana. L’arrangiamento, volutamente scarno, mette in risalto una scrittura matura che si allontana dai territori strumentali tipici del progetto.

Il brano People’s Free Food Program rappresenta invece il perfetto connubio tra la lezione dei Tortoise e un’urgenza ritmica che rimanda ai primi Sonic Youth, con un lavoro certosino sul groove e sulle textures sonore.

Barfighter sorprende per l’utilizzo sapiente del vocoder e una linea di basso funk che dialoga perfettamente con le geometrie post-rock, mentre Rainbow of Gloom si configura come un esperimento riuscito di country-rock decostruito. La chiusura è affidata a Devil Tongue, sei minuti di pura ipnosi sonora che omaggia apertamente la tradizione krautrock di Cluster e Harmonia.

Dal punto di vista della produzione, l’utilizzo di un outboard analogico si percepisce nella profondità del suono e nella ricchezza degli armonici, con una cura particolare per il posizionamento degli strumenti nel mix stereo. La dinamica è preservata magistralmente, con un DR (Dynamic Range) che si mantiene costantemente sopra i 10 dB, regalando all’ascolto una piacevolezza rara nella produzione contemporanea.

Ballads of Harry Houdini si configura come uno dei lavori più coraggiosi e riusciti nella discografia di Papa M, capace di bilanciare perfettamente sperimentazione e accessibilità. Un album che conferma Pajo come uno dei più raffinati artigiani del suono nella scena indipendente contemporanea, sempre in grado di rinnovarsi pur mantenendo intatta la propria identità artistica.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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