Paolo Benvegnù
È Inutile Parlare d’Amore
(Woodworm)
canzone d’autore
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È Inutile Parlare d’Amore, nono album in studio di Paolo Benvegnù, tocca il tema della Creazione dell’Amore, in un’epoca dispersiva in cui l’uomo, soggiogato tra tecnologia e lavoro, fa difficoltà a trovare sprazzi di felicità e le 12 canzoni del cantautore milanese sono come un manuale sentimentale rilegato dalla sua morbida canzone d’autore.
Pianoforte e batteria introducono con una cadenza drammatica Tecnica e Simbolica, dove Benvegnù è alla regia di un immaginario film seguendo con il movimento macchina lo sguardo della protagonista verso l’esterno dell’auto parcheggiata, davanti all’arenile affollato, deplorando quanto sia facile oggigiorno passare da un innamoramento all’altro “come dar da mangiare ai cani, e dai cani farsi mangiare”. Subito dopo arriva L’Oceano in duetto con Brunori, un inno allo stupore e alla sete della vita, anche se esistono “venti impossibili da governare” mentre navighiamo nel mare dell’esistenza che cerchiamo di costruire.
L’album a detta del fondatore degli Scisma è un racconto al femminile, ponendosi domande sul significato della Poesia, della Creazione, dell’Amore. Tra canzoni come Marlene Dietrich, Il Nostro Amore Indifferente, In Der Nicht Sein e Libero si guarda alla figura della donna come portatrice di vita, sia come genitrice di eredi che come Risveglio dei sensi e della passione. Passione che può anche essere violenta quando spinta dal Desiderio, come cantato in L’Origine del Mondo.
“In Fahreneit 451, un gruppo di uomini si tramanda a memoria le opere letterarie del passato, segretamente, visto che la lettura è diventata un crimine capitale. Immagino che bisognerebbe spiegare ai nostri figli che amare senza condizioni sia l’unico modo per tornare all’uomo”. Benvegnù spiega così il senso di questo E’ Inutile Parlare d’Amore che chiede di tornare ad amare senza condizioni, scoprirne il piacere, prendersi cura dell’altro, fare un percorso comune.
Pescatori di Perle parla delle scoperte che condividiamo con meraviglia come bimbi che non vogliono niente in cambio. L’attore Neri Marcorè, secondo ospite, partecipa magistralmente alla bellissima 27/12, qui l’amore è raffigurato da un ponte che unisce due argini e siamo invitati a superarlo per credere nell’impossibile. Our Love Song (già presente con 27/12 nell’Ep Fiori) è il brano che ci restituisce un energico rock con un gran bel groove fatto di cori e suoni saturi, mentre il singolo Canzoni Brutte sembra uno sberleffo alla musica contemporanea mainstream che va a caccia di follower e di profitti. “Scrivere canzoni brutte, tutte le parole giuste, fare innamorare tutti e tutte” è poi la ricetta del successo facile, ma così ne muore l’arte.
La band vede Daniele Berioli alla batteria, Gabriele Berioli alle chitarre, Saverio Zacchei ai fiati, Luca Baldini al basso, pianoforte e chitarra acustica e Tazio Aprile al pianoforte, fender rhodes, dulcimer, hammond. Un lavoro armonico composto per lo più di brani dall’andamento lento e orchestrale, supportato da ottimi arrangiamenti, dove talvolta si sprigionano le chitarre elettriche che adornano con classe le sinuose melodie dei 12 brani. Benvegnù è un regista delle emozioni, un Michelangelo Antognoni che ci accompagna all’educazione sentimentale attraverso una poetica musicale disarmante.
Paolo Benvegnù – Our love song: guarda il videoclip
N.B.: l’album esce il 12 gennaio in digitale e il 19 gennaio in CD e Vinile.
Facebook: paolobenvegnu
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