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Paolo Benvegnù: live report (Circolo degli Artisti, 12 dicembre 2009)

Al Circolo degli Artisti di Roma Il Paese è Reale. Benvegnù festeggia la fine del lunghissimo tour con la sua fida band elettrica, con un contributo di archi e con, a sorpresa, gli Afterhours

Paolo Benegnù

Roma, 12 dicembre 2009, Circolo degli Artisti

live report

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Foto di Jighen, tratta da Flickr
Foto di Jighen, tratta da Flickr

Capita così, un sabato sera di dicembre, che si va al Circolo degli Artisti, luogo ormai centrale per la scena musicale romana, che garantisce un programma di qualità a prezzi spesso accessibili e una location esterna e interna davvero invidiabile.

Capita che stasera in programma ci sia Paolo Benvegnù, leader storico degli Scisma e dal 2000 cantautore intenso e intimista, consacrato nella sua carriera da solista da due album (Piccoli fragilissimi film 2003-Le labbra 2008) amati da pubblico e critica, accompagnato sul palco dalla sua virtuosa e fedele formazione che vede, accanto alle sue carismatiche voce e chitarra, il basso di  Luca Baldini, le tastiere di Guglielmo Ridolfo Gagliano e la batteria di Andrea Franchi.

Capita che un vero artista come Paolo Benvegnù domini il palco con maestria e sicurezza, dall’incipit del concerto in chiave orchestrale accompagnato da flauto ed archi, al resto dello show più tradizionalmente rock, interpretando ogni parola dei suoi brani come Cerchi nell’acqua, La distanza, 500, ultimo singolo, Il mare verticale, la coinvolgente La schiena e Amore santo e blasfemo.

Capita che una serata musicalmente appagante e soddisfacente possa diventare sorprendentemente indimenticabile in 50 secondi.

Capita che Benvegnù parli al suo pubblico con la sua vena ironica e tagliente presentando due amici esperti di musica brasiliana di fama internazionale che duetteranno con lui su questo palco della capitale e che rispondono rispettivamente ai nomi di Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo, membri degli Afterhours.

Capita così che in una sera fredda di dicembre l’atmosfera si scalda sul palco affollato e meravigliosamente troppo vicino al pubblico delle prime file e, artisti sulla scena musicale da più di vent’anni mettono in piedi una jam session di quattro brani suonando con il divertimento e la passione di ragazzini che una volta a settimana danno sfogo alla loro musica tra le quattro mura di una sala prove.

Capita che Ci sono molti modi. Capita che Rosemary plexiglas. Capita che La sottile linea bianca. Capita che Io e il mio amore, brano all’interno del progetto Il paese è reale guidato dagli Afterhours. E Capita che stanotte siano canzoni uguali ma diverse, sette mani e sette voci all’unisono.

Capita che ci si sveglia gradualmente dal sogno e tra il pubblico le occhiate si interrogano sulla realtà di ciò che si è realizzato sul palco.

Capita che il pubblico romano si stia educando ad un ascolto diversificato e meno ottuso della musica e quindi concerti di artisti non proprio appartenenti al main stream siano sempre più vissuti e affollati, anche grazie all’impegno degli Afterhours di farsi portavoce della scena indipendente italiana per grande pubblico attraverso progetti come la loro compilation Il paese è reale (2009) del quale Benvegnù ed altri diciotto artisti sono protagonisti.

Capita che dopo più di due ore di concerto la filosofica Suggestionabili segni l’epilogo dello spettacolo.

Capita che accanto al bancone del bar si scorga Roberto Dell’Era, bassista degli Afterhours, che sorseggia birra vestito di una camicia a quadri e canticchia sghignazzando e guardando il palco.

Ebbene si Capita, è Capitato e spero Capiterà.

È capitato che il mio Paese Reale abbia trovato realizzazione in quella notte fredda di Dicembre al Circolo degli Artisti.

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