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Outrage: recensione di Everybody is bad in someone’s story

Se è un’oasi di tranquillità e contemplazione, quella che state cercando, non è negli Outrage che potrete trovarla.

Outrage

Everybody is bad in someone’s story

Seahorse recordings

post-rock, alternative-rock

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Se è un’oasi di tranquillità e contemplazione, quella che state cercando, non è negli Outrage che potrete trovarla.

Dediti al nichilismo ed all’inquietudine, Alberto Tieri ( compositore e cantante attivo nel mondo della musica indipendente dalla fine degli anni 90, coinvolto in numerosi progetti tra cui Silken Barb  e Shibari) accompagnato da Paolo Messere ( basti menzionare Blessed Child Opera e Ostara’s Bless, nonché la Seahorse , per capire di chi si tratti)  reimmaginano, in Everybody is bad in Someone’s Story, il concetto di dissonanza come “umore” atto alla rivolta per interrompere il consueto e rassicurante atto comunicativo tra artista e pubblico e dare voce a martellanti ed ossessive ritmiche capaci di rievocare l’introspezione e la rassegnazione più nera.

Dieci tracce angustiate, incattivite, disincantate e allucinate: spaziano con estrema disinvoltura  tra il noise, il folk, lo slow-core, il progressive e la psichedelia.
È alla rinascita degli anni novanta che si assiste man mano che le tracce scorrono e, se in brani come Autumn, la musica perde completamente i suoi contorni riplasmandosi in nuove forme e sensazioni.

In the lighthouse appare epica, apocalittica e particolarmente viscerale con la sua trascinante sezione ritmica e le taglienti chitarre che declamano urgenza di espressione.
I toni divengono più riflessivi in City lights e Father’s Preach (i brani più slow core) – deliberatamente più contemplativi- qui il tempo rallenta, abbandonando la frenesia degli episodi precedenti e lasciando spazio ad atmosfere più malinconiche che fanno da cornice a liriche più profondamente cupe e rassegnate.

La nenia di Morning Grey ci riporta su sentieri ostili, per poi procedere con la graffiante e furiosa Cocaine Candy dove ancora una volta sono le soluzioni chitarristiche (più noise in questo caso) a non lasciare scampo all’ascoltatore.

Ma è in episodi come Inner Might and Grace e la conclusiva Jupiter falls che Tieri e Messere dimostrano tutta la loro ecletticità virando il loro racconto verso un viaggio più psichedelico dai toni lisergici e cerimoniali.

Per gli Outrage la ripetizione degli schemi è da boicottare; piuttosto si ricercano cambiamenti in perpetua progressione, atti ad amalgamare, fondere e consolidare gli stili più diversi.

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Simona Pietrucci
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