AdBlock Detected

Stai usando un'estensione per bloccare la pubblicità.

RockShock.it dal 2002 pubblica contenuti gratuitamente e ha la pubblicità come unica fonte di sostentamento. Disabilità il tuo ad block per continuare.

Orchestral Manoeuvres In The Dark (OMD): recensione di Bauhaus Staircase

Ma che bella sorpresa ritrovare gli Orchestral Manouvres In The Dark e goderceli in splendida forma.

Orchestral Manoeuvres In The Dark (OMD)

Bauhaus Staircase

(White Noise)

synth-pop, elettronica

________________

Ma che bella sorpresa ritrovare gli Orchestral Manouvres In The Dark (aka OMD), soprattutto trovarli a sei anni dalla loro ultima fatica discografica (ancora) in grandissima forma, lontani anni luce da qualsiasi forma di autocelebrazione.

Ebbene sì, anche questo Bauhaus Staircase è nato durante i vari lockdown, periodo in cui i nostri hanno pensato bene di rendere omaggio alla Bauhaus, il movimento artistico di protesta per eccellenza.

45 ani dopo il loro esordio e con 40 milioni di dischi venduti, Andy McCluskey e Paul Humpreys continuano a stare alla larga dai vari festival-nostalgia (alcuni addirittura si svolgono sulle navi da crociera, animati da band che hanno gettato la spugna come The Human League o Heaven 17), soprattutto continuano ad esplorare quella terra di confine delimitata da Kraftwerk (l’intro di When We Started ricorda da vicinissimo Europe Endless), Jean Michelle Jarre, Karl Stockhausen e il kraut-rock, senza dimenticare di condire tutto con abbondanti dosi di romanticismo.

No, in quest’album non ci sono le nuove Enola Gay Souvenir, ci sono solo una manciata di canzoni politicamente orientate, zeppe di synth ronzanti, di pattern percussivi elettronici e tanto, tanto pop.

Veruschka è pura passione per il cinema tedesco, Don’t Go probabilmente è, sin dal titolo, un omaggio agli Yazoo, così come Slow Train lo è verso Alison Goldfrapp. Ma ridurre quest’album a un catalogo di omaggi/influenze sarebbe ingiusto, dato che Bauhaus Staircase è soprattutto un disco degli OMD e la loro squisita capacità di manipolare e accarezzare il pop.

 

Gli ultimi articoli di Massimo Garofalo

Condivi sui social network:
Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

Articoli: 791