On-Off
Ribcrasher
(Cd, Steamroller Records)
hard rock, blues, classic rock
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Non stupisce certamente che i bustocchi On-Off siano nati come cover band degli AC/DC; in Ribcrasher l’esperienza da cover band ormai avviata da anni, seppur con vicende complesse alle spalle e vari cambi di formazione, tipici di quasi tutti i gruppi, più o meno famosi, si sente moltissimo.
Emerge tutta l’adorazione estatica che soprattutto il primo chitarrista, nonché il fondatore del gruppo fin dalle origini, Matteo ha per il gruppo australiano: le chitarre sono una citazione letterale di Angus Young, senza se e senza ma! Così come la ritmica è un richiamo secco agli AC/DC, che, però, vengono addolciti con venature meno hard e molto più rock classico e blues (grazie alla presenza di qualche ballad di spiccato richiamo a vari bluesmen e rockers ante litteram, come Chuck Berry, BB King, John Mayall), passando per il rock Anni ’70.
Una nota di merito per la bravura degli strumentisti, che, sicuramente, si mostrano all’altezza; per quanto riguarda invece la questione originalità, beh, c’è da obbiettare: è quasi come se il gruppo fosse restato, a livello di impronta nettamente solcata, una cover band fatta e finita, un copione già scritto, spacciandosi per qualcuno che fa pezzi inediti.
Con questo non si ha intenzione di denigrare i musicisti che suonano grazie alle cover, però, se un gruppo vuole avere un’evoluzione, seppur richiamandosi ai propri beniamini, deve rinnovarsi, e dare una nuova ventata ai pezzi che scrive di proprio pugno, mettendo qualcosa di proprio sia nelle sonorità che nell’identità.
Finché si sogna di essere gli AC/DC, seppure il proposito di emularli sia nobile, l’imitazione prevarrà sempre sull’originalità; gli On-Off sono un gruppo da ascolto disimpegnato e possono piacere ad un pubblico variegato, il che non è negativo, soprattutto per chi odia le astrusità musicali ed è alla ricerca della concretezza, ma non della novità.
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