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Novagorica: recensione di Altitudine

Secondo album per i romani Novagorica, un drammatico racconto alternative rock e post hardcore di chi, sentendosi fuori posto, combatte con i propri tormenti per vedere la luce.

Novagorica

Altitudine

(Through The Void Records)

alternative rock

______________

Altitudine è il secondo disco in studio dei Novagorica, band romana che offre 11 brani mescolando alternative rock e post hardcore.

È un lavoro incentrato su un vero e proprio cammino emotivo alla ricerca di un equilibrio, attraversato da sonorità aggressive e drammatiche con liriche profonde.

Il viaggio tra oscurità e chiarore parte dall’elemento primordiale del fuoco (Piromani) per innalzarsi verso l’aria, con l’ultima traccia chiamata Altitudine. Nel primo brano, che presenta già un forte pathos sonoro, c’è invidia nel vedere le vite degli altri funzionare mentre la propria è un rogo famelico, sfogandosi su chitarre feroci nel finale. “E tu mi dici d’esser forte, di fidarmi della gente. Ma in questo mondo stanco vince chi non sente niente”.

I Novagorica scavano dentro l’abisso umano, di chi si sente Peggiore, pieno di rabbia, di disperazione, di non poter cambiare niente. “E come Gesù Cristo nei Getsemani mi sento solo”. Le Formiche spinge in velocità il ritornello mentre racconta di persone che nel weekend non attendono altro che soffocare il rumore del proprio mondo che non procede come dovrebbe.

Ma c’è anche spazio per l’amore, quello cantato in Carne e Saliva, brano sul riconoscersi simili, sul volersi amare, che si rispeccha nell’ode all’innamoramento della successiva La Prima Volta, portando poi al gioco tra Cannibali che consumano la passione in un letto. Un trittico sull’amore dove le chitarre riescono a vibrare tra riff accattivanti e accordi elettrici solari che mi ricordano nello stile le cose migliori degli ultimi album dei Fast Animals and Slow Kids.

Ottobre è una breve traccia strumentale con voci arabe in sottofondo che apre a Nakba, un’atto di accusa dedicata al lutto palestinese di un popolo condannato a non trovare pace, un funerale di anime vestite di rosso sangue, dal ritornello arioso da gridare sotto il palco, con lievi richiami orientali nella ruvidezza sonora di questo pezzo.

A chi non è capitato di fare Le Ore Piccole, quel tempo notturno lento, silenzioso e oscuro dove si rimane ingurgitati dai pensieri rimuginando su Le Occasioni Perse ? I Novagorica mettono in musica queste riflessioni con una rabbia elettrica urgente, le sonorità distorte si amalgano con strofe melodiche, la vena drammatica negli arrangiamenti e nelle liriche a volte fa spazio anche ad un pop rock che ha però contenuti intensi. Loro stessi spiegano che quando si cammina in montagna la fatica della salita si fa sentire, ma ciò che ammiri dall’Altitudine, alla fine ne vale davvero la pena.

Social: novagoricaband

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Luca Paisiello
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