Nicodemo
Viola
(XXXV)
pop-rock, electro-pop, minimal
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Non vi sono termini di paragone per definire un cantautore come Nicodemo. È possibile però classificarlo genericamente nella new wave italiana, quella che parte dalla fine degli anni ’70 fino ai nostri giorni.
La musica di Nicodemo è un miscuglio di stili e atmosfere musicali che si dispiegano attraverso interessanti sperimentazioni portando il musicista ad un livello di maturità artistica fuori dagli schemi preconfezionati dalla nostra società.
Viola è il suo ultimo progetto: un album pop elettronico con sounds che richiamano Garbo, i Depeche Mode e testi che sembrano delle poesie scritte con originalità e che lanciano un forte messaggio: il cambiamento. Tutti abbiamo bisogno di rivoluzionare le nostre vite e Nicodemo lo propone egregiamente con la sua musica.
Temi forti, attuali che disarmano un po’ per la crudezza del loro messaggio. Le 9 tracce contenute nell’album hanno tutte un gusto pop-rock ma passano dal dark wave a suoni cupi e martellanti, dal synth pop ad atmosfere cariche di anni ’80 con sperimentazioni musicali e flussi sonori che sfociano nel pop-rock. La traccia di apertura è Legionari, dal ritmo ipnotico con un pop elettronico ben strutturato; Viola è la title-track dall’aria decadente impreziosita dalla partecipazione straordinaria di Garbo e Francesco di Bella. Un grande Natale, un synth pop anni ’80 dalle atmosfere scure e sperimentazioni al sax di Andy dei Bluvertigo. Chiude l’album Inverno, una ballad al pianoforte dal riff travolgente e malinconico con la splendida performance di Raffaella De Stefano che duetta con lo stesso Nicodemo.
Viola manifesto di rivolta contro le scelte politiche e sociali, album realizzato da un artista che ancora crede che la musica sia il mezzo più adatto per lanciare un forte e chiaro messaggio di rinnovamento. Attraverso un ritorno al passato si mette in discussione la società di oggi per riportare l’attenzione sui veri e profondi valori della vita. Una coraggiosa presa di coscienza che ci permetterà di cambiare e rivoluzionare uno status quo imposto da una società che ha fallito su tutti i fronti e che ci ha fatto sempre sentire “come un vetro fissato male alla finestra della vita”.
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