Niccolò Fabi
Torino, Teatro Colosseo, 08 febbraio 2013
live report
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Niccolò Fabi non ha bisogno di presentazioni: si è parlato molto di lui negli anni per i motivi più disparati. Ma anche se l’immagine alla quale viene accostato più di frequente è quella del giovane che si presentava sul palco dell’Ariston con un allegro motivetto sui suoi caratteristici capelli, è bene sottolineare che resta ormai ben poco di quell’istantanea. Quello che ci troviamo davanti oggi è un uomo maturo, profondamente consapevole e arricchito dalle mille esperienze della vita, che canta tutto questo con versi ricercati ma diretti.
Alle 21 ci sono ancora diverse persone che stanno arrivando e prendendo posto al Teatro Colosseo di Torino. Questo fa slittare l’inizio del concerto di circa una quindicina di minuti. Quando si spengono le luci in sala, sul palco salgono Roberto Angelini e Mr. Coffee, al secolo Daniele Rossi, per un set di apertura di tre brani (Vulcano, Cenere e Fiorirai) rappresentativi della carriera del chitarrista romano, che ha già all’attivo diversi album ed EP.
Una ventina di minuti dopo vengono raggiunti in scena da Pier Cortese, Fabio Rondanini e Gabriele Lazzarotti, musicisti noti della scena italiana e da tempo al fianco di Fabi in studio e in tour, oltre che dallo stesso Niccolò, per un intro strumentale. Sul palco solo i musicisti con i loro strumenti, illuminati ad arte da semplici giochi di luce. Niente che possa distogliere l’attenzione dalla musica, vera regina di una serata che si apre con due pezzi di Ecco, ultimo album in studio: Indipendente e Io. Sebbene i concerti in teatro vengano sempre vissuti in modo più composto rispetto a quelli all’aperto o nei locali, il pubblico accoglie con calore la band, che forte del suo tangibile affiatamento risponde snocciolando una serie di vecchi classici (E’ non è e Dentro) alternati a brani più recenti (La promessa e Solo un uomo).
Gli stacchi tra una canzone e l’altra sono un’occasione per dire due parole e raccontare delle storie, creando così un sentimento di intima familiarità con i convenuti. E’ un momento per conoscere il Niccolò privato, quello impegnato nel sociale a favore delle popolazioni africane, che presentando Sedici modi di dire verde ne approfitta per ringraziare Medici con l’Africa per avergli permesso di conoscere una simile realtà.
Ma Niccolò Fabi è tutto questo e molto altro ancora; è un artista che ama far pensare ma anche divertire con atmosfere più leggere, sulle note di Vento d’estate (pezzo cantato originariamente in coppia con Max Gazzè e qui riproposto con l’intervento di Pier Cortese) o I cerchi di gesso, che dà vita a un meshup con Aquarius e Capelli. Il collegamento tra queste due pietre miliari, come da lui stesso definite, è chiaro: come non accostare due melodie che hanno un così chiaro elemento comune? (Un indizio: da quale musical è tratta Aquarius?)
La performance si avvia lentamente alla fine con una serie di brani del passato (Oriente e Offeso), che raggiunge l’apice con Lasciarsi un giorno a Roma, sulla quale il pubblico in platea rompe le righe per avvicinarsi al palco. La tattica uscita di scena e la rentrée per qualche encore. Fuori o dentro e Lontano da tutto, pezzo che il cantautore romano ha scritto per Serena Abrami, eseguiti in versione acustica, hanno una forza e un’emotività senza uguali. La band al completo si riunisce per un finale con il botto: Negozio d’antiquariato, come sempre cantata a gran voce, e le più recenti Una buona idea ed Ecco.
Parafrasando le parole stesse dell’artista, dopo una canzone come questa, capace di smuovere qualcosa anche nei cuori più duri, sarebbe davvero impossibile continuare a suonare. Si spengono così le luci su una serata che come al solito non ha deluso le aspettative, mettendo sul piatto tutto ciò che ci si aspetta da un live di Niccolò Fabi: buona musica egregiamente eseguita, intimità e convivialità, sorrisi e riflessioni, ma soprattutto grandi emozioni, quelle che solo un vero artista è in grado di suscitare.
Setlist concerto Niccolò Fabi, Torino, Teatro Colosseo, 8 febbraio 2013:
R. Angelini:
– Vulcano
– Cenere
– Fiorirai
N. Fabi:
– Indipendente
– Io
– E’ non è
– Dentro
– La promessa
– Solo un uomo
– Elementare
– Sedici modi di dire verde
– Vento d’estate
– Costruire
– I cerchi di gesso [Aquarius / Capelli]
– Lontano da me
– Oriente
– Offeso
– Lasciarsi un giorno a Roma
Encore:
– Fuori o dentro
– Lontano da tutto
– Negozio d’antiquariato
– Una buona idea
– Ecco
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