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NGN: Mela Marcia. La Mutazione Genetica di Apple

Il nostro rapporto con l'azienda della mela morsicata, dopo aver letto Mela Marcia, del collettivo NGN, non potrà più essere lo stesso

NGN

Mela Marcia. La Mutazione Genetica di Apple

Agenzia X

pp 128

€ 10 l’edizione cartacea

Gratis in versione pdf )

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Si fanno chiamare NGN e sono un collettivo composto da Ferry Byte (hacker), Mirella Castigli, Caterina Coppola e Franco Vite.

Insieme hanno dato vita a questo Mela Marcia, una raccolta di saggi più o meno brevi, dai toni spesso giornalistici, che raccontano melefatte (volevo dire malefatte, ma la tentazione è stata troppo forte) della Apple e in particolare relativamente ad alcuni dei suoi prodotti più famosi: Apple Store, iPod, Ipad, iPhone, iTunes.

Mi ha fatto strano leggere questo libro in versione ebook proprio sul mio iPad e mi fa strano ora scrivere queste righe si iMac. Sì, perché il nostro rapporto con l’azienda della mela morsicata, dopo questo libro non potrà più essere lo stesso.

I ragazzi del collettivo NGN mettono insieme una serie di considerazioni quasi sempre condivisibili, raccontate partendo da fatti di cronaca o facendo dei semplici ragionamenti. Il tutto corredato da QR Code, quelle strane macchie che lette da uno smartphone aprono verso la Rete e verso una serie di approfondimenti multimediali.

L’affair Gizmodo e l’accanimento di Apple verso il blogger che rinvenne un prototipo di iPhone4, l’antennagate, la chiusura verso il mondo esterno di buona parte dei suoi dispisitivi, i modelli di business di iTunes e Applestore: sono solo alcuni degli argomenti trattati da questo agile e veloce volume.

Il libro si apre con una considerazione/aneddoto: un’anziana signora diventa cieca e racconta come all’inizio sbattesse a tutti gli spigoli della casa e come, a furia di sbattere, abbia imparato. Apple, secondo gli autori, smussa gli spigoli, rende la tecnologia semplice e facile da usare, ma ci chiude in una gabbia dorata da cui è impossibile fuggire, il tasso di divertimento è alto, ma non s’impara nulla.

E’ proprio questo assunto iniziale che personalmente mi ha lasciato perplesso. La mia storia informatica mi ha visto usare un Apple IIC, una roba della seconda metà degli anni ’80, per poi passare al mondo di Windows e solo da due anni essere ritornato a Apple, pur non essendo un “partigiano” (ho un iMac, un iPad, ma telefono con Android e sono un voip-sip-entusiasta della prima ora). Un passaggio che forse manca in questo libro è che molte delle fortune di Apple, con tutte le sue “colpe”, sono dovute a mancanze e/o latitanze degli altri. Linux non è mai riuscito ad essere di massa, crogiolandosi nella sua aura da iniziati, e Windows… semplicemente ha provocato tanti di quei crash, infezioni da virus, malfunzionamenti, ecc. ecc. che tanta gente, attratti come me dall’informatica sin dai primi anni ’80, come hanno potuto liberarsi di restrizioni economiche sono passati a qualcosa di più affidabile: i prodotti Apple, appunto.

Che poi i computer Apple siano Unix-based, che i “due Steve” si siano appropriati di tecnologie open source e le abbiano chiuse dietro un alto muro di cinta… è tutto vero, ma alla fine ognuno fa i conti con quello che gli serve nella vita, professionale e ludica, di tutti i giorni.

Mela Marcia si legge tutto di un fiato, è arguto, circostanziato, porta alla luce fatti forse poco conosciuti (la strana epidemia di suicidi nella fabbrica che produce i componenti Apple, in Cina) e ci costringe a qualche riflessione niente affatto banale, a scegliere e a prenderci la lucida responsabilità delle nostre scelte, là dove ormai nulla è più scisso, l’informatica dall’etica, la telefonia dalla responsabilità sociale.

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Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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