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New Young Pony Club: The Optimist

I New Young Pony Club sono sopravvissuti alla scena nu-rave. Che ne sarà di loro nel nuovo decennio? The Optimist prova a rinverdire il verbo post-punk, ma ... Guarda il videoclip

New Young Pony Club

The Optimist

(Cd, The Numbers)

indie rock, electro pop, nu-rave, post-punk

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Chi si ricorda più della scena nu-rave? Quattro anni fa sembrava che band come i Klaxon dovessero rivoluzionare non solo le piste da ballo, ma addirittura la musica tutta.

Passata quella sbornia, di quel movimento rimane ben poco. E anche i New Young Pony Club, che in quel filone erano stati inseriti di peso, fanno i conti con se stessi.

Il loro secondo lavoro, The Optimist, ammorbidisce parecchio l’impatto delle tastiere anni ’80 che caratterizzava il loro esordio, così come tende ad abbassare la battuta.

Tahita Bulmer continua a giocare col glamour e la sua voce continua ad essere seducente, ma non basta a fare di The Optimist un album che lascerà il segno.

L’ascolto è piacevole, ma non graffia mai. Il suono delle tastiere continua a strizzare l’occhio alla DX7, la title track ha un basso ossessivo quanto basta per far felici tutti i nostalgici del post-punk, ma alla fine dell’album rimane ben poco in testa se non un vago sapore retrò, condito da qualche vago rimando shoegaze che pur va di moda ultimamente.

Un brutto album? Sicuramente no. Inutile? Assolutamente sì.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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