New Young Pony Club
The Optimist
(Cd, The Numbers)
indie rock, electro pop, nu-rave, post-punk
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Chi si ricorda più della scena nu-rave? Quattro anni fa sembrava che band come i Klaxon dovessero rivoluzionare non solo le piste da ballo, ma addirittura la musica tutta.
Passata quella sbornia, di quel movimento rimane ben poco. E anche i New Young Pony Club, che in quel filone erano stati inseriti di peso, fanno i conti con se stessi.
Il loro secondo lavoro, The Optimist, ammorbidisce parecchio l’impatto delle tastiere anni ’80 che caratterizzava il loro esordio, così come tende ad abbassare la battuta.
Tahita Bulmer continua a giocare col glamour e la sua voce continua ad essere seducente, ma non basta a fare di The Optimist un album che lascerà il segno.
L’ascolto è piacevole, ma non graffia mai. Il suono delle tastiere continua a strizzare l’occhio alla DX7, la title track ha un basso ossessivo quanto basta per far felici tutti i nostalgici del post-punk, ma alla fine dell’album rimane ben poco in testa se non un vago sapore retrò, condito da qualche vago rimando shoegaze che pur va di moda ultimamente.
Un brutto album? Sicuramente no. Inutile? Assolutamente sì.
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