Neverland
Ophidia
(Cd, Timo Hoffmann Records)
power metal, prog-metal
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Il progetto Neverland sfata subito diversi miti, molto diffusi nel mondo metal; alla faccia dei maschilisti e nazionalisti Manowar, questa è la dimostrazione che il power non è un genere che appartiene unicamente ai Paesi Anglosassoni e che non è vero che è prettamente ed esclusivamente maschile; infatti Ophidia dimostra che l’Oriente europeo non è solo la terra del sirtaki e della musica arabeggiante, ma anche che al metal può prendere parte tranquillamente il sesso femminile, arricchendo il genere di nuove suggestioni e sfumature.
Ophidia è il debut album dei Neverland, che, con dirompente carica energetica, ma anche una buona dose melodica, si rivela fin dall’inizio un lavoro di pregevole fattura, in cui le due venature che ne fanno parte, quella power e quella prog, si uniscono e si fondono l’una all’altra in un ottimo e riuscito connubio, degno di tante altre bands già affermatesi sulla scena da parecchi anni.
L’album mescola diverse suggestioni, da quella classica, come è già tipico del power metal in Blind Guardian Style, con uso di strumenti più dolci, rispetto a chitarra e batteria, come flauto e archi, a quelle della musica medievale, oltre a vari arricchimenti dell’intero sostrato di un tocco orientaleggiante, che si sente soprattutto nella title track (nei vocalizzi della bravissima e grecissima Iris Mavraki, che si dimostra vocalmente all’altezza in ogni momento in cui prende parte all’album).
Non è un caso che i Neverland abbiano ricevuto la benedizioni da mostri sacri, quali, tra i tanti, giusto per ricordarne alcuni, Hansi Kürsch (Blind Guardian), Jon Oliva (Savatage) ed Edu Falschi (Angra), che hanno anche preso parte come special guest (il che non è cosa da poco!!!) al progetto…E si sente!!!
In particolare, balza subito all’orecchio l’influenza molto Blind Guardian nella vocalità melodica, nello stile del cantato e nei cori, anche se mai i Neverland riescono a scadere nel banale, dal momento che sono in grado di operare la giusta commistione tra influenze diverse, tra cui, a livello di stile, quella preponderante, nel ritmo e nelle sonorità, del prog, soprattutto negli inserti chitarristici, nel massiccio uso della tastiera (che, in alcuni tratti, viene utilizzata quasi con suoni simili a quelli dell’hammond) e nella batteria, che si adegua benissimo e con versatilità ai cambi di ritmo.
Ophidia vi trasporterà in paralleli mondi epic, ai confini del mito, della realtà e del sogno ad occhi aperti, come spesso accade leggendo un libro, vi narrerà di epopee quasi infinite e di storie fantastiche, che però, nel concreto, si riveleranno come metafore della vita; come da copione power!
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