Neil Young
Le Noise
(Cd, Reprise)
rock, folk rock
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Che la firma di Neil Young sia da decadi ormai sinonimo di qualità, non è cosa nuova. Che ancora ad oltre quaranta anni di carriera si possa scrivere musica buona ed anche attuale, è un dono sempre più raro. Ed il fatto che ormai anche i “dinosauri” della storia della musica non possano o non riescano ad inventare alcunché di ancora non ascoltato, non toglie comunque nulla alla semplice bellezza di prodotti come Le Noise, una gran boccata d’ossigeno all’interno dell’odierna metaforica cloaca musicale.
L’ex Buffalo Springfield si ripropone in questo 2010 con un album che mescola il folk classico delle sue origini e della sua parte di carriera più famosa, con un rock più duro, non proprio l’hard rock di alcuni suoi precedenti lavori, ma comunque una musica potente ed a tratti adirata. Una miscela interessante che potremmo definire hard folk, o folk elettrico.
È in effetti Le Noise un album assolutamente cantautorale di base, con tracce omogenee, liriche sempre in primo piano nel contesto delle canzoni, poco spazio ad assoli o a sezioni strumentali. Tuttavia, non vi è prevalenza di tracce totalmente acustiche. Sono, infatti, solo due le canzoni di questo tipo: la quarta, Love and War, e la settima, Peaceful Valley Boulevard.
Proprio quest’ultima è il capolavoro vero e proprio presente all’interno del cd. Un brano eccezionale, solo voce e chitarra, come ai vecchi tempi. Il delicatissimo arpeggio trasporta l’ascoltatore in un’atmosfera intensissima, malinconica, e struggente, accompagnando una voce flebile emozionante come in nessun’altra delle sette tracce, anche grazie a quella cadenza sussurrata e quasi singhiozzante di alcune fasi.
Una formula più che vincente che non viene del tutto ripetuta nell’altra canzone acustica di Le Noise, che pure con la sua atmosfera da ballatona folk riesce a catturare il cuore dell’ascoltatore. Ma anche alcuni tra i brani elettrici sono degni di applausi. Su tutte le tracce numero due e tre, Sign of Love e Someone’s Gonna Rescue You, molto simili nelle sonorità, ed aventi dei riff piuttosto trascinanti.
Non vi sono nèi particolarmente gravi da riscontrare in un album tanto ben riuscito. Se proprio si vuole essere pignoli, il suono della chitarra elettrica sembra un po’ stridente, grattugiato, leggermente fastidioso nell’insieme. E forse la scelta di non suonare con il supporto degli altri strumenti di base ha reso il tutto leggermente troppo uniforme, escluse, naturalmente, le due acustiche.
Tuttavia, non sono questi difetti tali da cambiare la sostanza del giudizio riguardante questo Le Noise. La speranza ora è che Neil Young prosegua la sua carriera ancora a lungo, nonostante ci abbia già donato tanto, più di quello che ci si potrebbe attendere. Ma sarebbe, e sarà, realmente un gran dispiacere perdere un artista di questo calibro, con tutta la sua passione e la sua propensione verso una musica dal forte impatto emotivo. Una musica che arriva al cuore senza cercare le tasche, come spesso accade in questi tempi.
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