My Awesome Mixtape
How Could A Village Turn Into A Town
(Cd, 42 Records)
pop, elettronica
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Con la curiosità propria di un bambino mi sono messo ad ascoltare How Could A Village Turn Into A Town, seconda prova discografica per My Awesome Mixtape. La band, capitanata dal talentuoso Maolo Torreggiani ritorna tra le fila a due anni di distanza dal precedente lavoro.
Curiosità pienamente soddisfatta, per svariati motivi. Innanzitutto perché finalmente ci si trova di fronte ad una band compatta e non più ad un progetto di un carismatico leader supportato da musicisti. In seconda battuta perché la musica, molto eterogenea in passato, comincia a stabilizzarsi e a fornire dei segnali concreti.
I violini accostati all’elettronica ricordano i Bat For Lashes, il sax di Hearts To Lend ti riporta ai Moloko, le percussioni di Mia Farrow aggiungono sfumature etniche ad un brano che vorrebbe appartenere alla discografia dei TV On The Radio.
Alcuni esempi buttati li, tanto per far capire che la volontà di costruire qualcosa di collettivo finalmente pervade le coscienze dell’ormai denominabile gruppo (My Awesome Mixtape, ndr) e soprattutto quella di Maolo, padrone di casa tanto interessante quanto discontinuo.
Stiamo parlando di dettagli, utili comunque alla formazione bolognese per smarcarsi da alcune ricorrenti accuse mosse nei loro confronti. Frasi ricorrenti del tipo “sono dei fan “sempliciotti” della Anticon”; o ancora “sono adolescenti senza sostanza, buoni giusto per le ragazzotti modaioli” da oggi smarriscono il loro significato..
How Could A Village Turn Into A Town serve innanzitutto per sconfessare queste due credenze popolari, a cementare un progetto e a trasformarlo in un’entità stabile. Anche perchè sostanzialmente non ci si trova dinnanzi ad un capolavoro discografico.
Anzi, a dire la verità, di tutte le canzoni quasi nessuna svetta aspirando al ruolo di hit, molti testi sono ancora acerbi e intrisi di banalità
Siamo al cospetto di un lavoro proiettato al futuro e costruito per pontificare nuovi percorsi, nuove sfide. Quello che sarà lo scopriremo, il presente racconta di un disco fatto come andava fatto: curato ed onesto. Avanti così.
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