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Musée Mécanique: Hold This Ghost

45 minuti di atmosfere pop-folk sognanti e vagamente retrò per Hold This Ghost, esordio del duo californiano Musée Mécanique. Guarda il video

Musée Mécanique

Hold This Ghost

(Cd, Souterrain Transmissions)

indie folk, folktronica, art-pop

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Album d’esordio per i Musée Mécanique, duo di provenienza californiana che deve il suo nome al museo di vecchi videogiochi del Fisherman’s Wharf di San Francisco e concepisce quest’opera fra il museo già citato e una piccola casa vittoriana nei pressi del fiume Willamette. Come i videogiochi vintage ed i pianoforti giocattolo del Musée Mécanique e le atmosfere bucoliche della casa vittoriana, anche questo Hold This Ghost attinge sia dall’elettronica vintage che dal pop-folk vagamente retrò, ricordando in più di un’occasione i brani di Sufjan Stevens.

Apre l’opera la sussurrata Like Home che si fonde poi con la successiva Two Friends Like Us. Melodie dolci e sognanti che si ripetono anche in The Things That I Know (il pezzo migliore dell’album) e Fits And Start due brani che potrebbero appartenere ad uno dei tanti Badly Drawn Boy presenti oggigiorno sul mercato discografico ma che si contraddistinguono per una melodia paradossalmente e contemporaneamente originale e già sentita.

Somehow Bound e Under Glass proseguono sullo stesso filone senza mai annoiare e dando un grande senso di leggerezza all’ascolto, variando poi fra le sonorità quasi country di Sleeping In Your Clothes e quelle cupe di Nothing Glorious. Chiude in bellezza Our Changing Skins.

Mosca bianca di questo esordio è la terza traccia The Propellors, brano bellissimo che assume forti connotati psichedelici e che si distingue dagli altri brani molto più “leggeri”.

Hold This Ghost è un album tutto sommato di gradevole ascolto, consigliatissimo ai fans di Elliott Smith e del già citato Stevens oppure, per gli appassionati dell’indie-folk italiano, per i fans dell’altrettanto emergente Black Eyed Dog.

www.myspace.com/museemecanique

www.museemecanique.org

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Fabio Busi
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