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Múm: live report (Roma, Circolo degli Artisti, 30 novembre 2009)

I Múm sono cambiati, ancora una volta. Ce l'hanno dimostrato con un concerto a metà strada fra il puro divertimento e il virtuosismo spinto. Pubblico in delirio e musicisti con un sorriso a trentadue denti

Múm

Roma, Circolo degli Artisti, 30 novembre 2009

live report

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Foto di Rosa Paolicelli, tratta da Flickr
Foto di Rosa Paolicelli, tratta da Flickr

Serata delle grandi occasioni, a Circolo degli Artisti. A dispetto dell’essere un lunedì e della pioggia incessante che dalla mattina innaffia Roma, il club capitolino è sold out, con tanta, tantissima gente fuori che cerca un biglietto per il concerto dei Múm.

Dentro l’atmosfera (e il clima) è bollente. Il pubblico accoglie i sette islandesi con calore e applaude fino a spellarsi le mani ogni canzone e/o ogni virtuosismo, producendo sorrisi soddisfatti nei musicisti.

I Múm, da parte loro, stasera confermano di aver decisamente dato una svolta alla loro musica. Da alfieri del movimento folktronico a folk e basta, con un laptop gettato in un angolo quasi per caso, chiamato ogni tanto a produrre qualche effetto ambientale o a fare il grosso della ritmica per The Smell Of Today Is Sweet Like Breastmilk In The Wind, ma non più tra i protagonisti di una miscela musicale etera prima, e ora invece delicatamente energica.

La band è pesantemente rimaneggiata rispetto a qualche anno fa, quando davanti alla platea pienissima di un un club più grande (l’Horus, attualmente chiuso), i Múm avevano invece i computers in primo piano, a produrre glitch e un impatto ambientale stasera irrimediabilmente perduto.

Ma poco importa. Il concerto di stasera predilige le canzoni del recente Sing Along To Songs You Don’t Know, che dal vivo guadagnano quasi tutte; i sette sul palco affrontano con la stessa disinvoltura qualsiasi strumento, preso in un negozio di giocattoli o in uno per musicisti, non ha importanza alcuna.

Foto di Rosa Paolicelli, tratta da Flickr
Foto di Rosa Paolicelli, tratta da Flickr

I Múm in un battibaleno consentono al loro pubblico, specie stasera più che sull’album, di volare via con la mente e col corpo grazie a una serie di combinazioni musical-vocali mai neanche lontanamente simili, grazie a incastri tra voci maschili e femminili che producono pura estasi (Illuminated) e con arrangiamenti e divagazioni ritmiche in grado di produrre puro divertimento (Hullaballabalú, giusto per fare un esempio), prima che stupore ed ammirazione.

Green Grass of Tunnel arriva solo come bis: è allo stesso tempo completamente fuori posto e assolutamente complementare. E’ fuori posto perché rimarca ancora di più la frattura tra i Múm di ieri e i Múm di oggi; è complementare per terminare il lavoro iniziato 80 minuti prima, ovvero lasciare tutto per terra e volare via definitivamente, corpo leggero e testa tra le nuvole.

La nostra intervista ai Múm

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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