Moonmine
My Revolution
(Into the Wood Records)
folk blues, elettronica, beat folk, elettro-acustica, acoustic songwriting, soul, funk, rock
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A distanza di un anno dall’esordio discografico con l’EP Private Conversations, Lorenzo Ciavola, in arte Moonmine, ha pubblicato il suo secondo EP intitolato My Revolution, rilasciato sulle principali piattaforme streaming e anticipato dall’uscita dei singoli Dice e What You Give.
Moonmine, dal comfort del suo sofà bianco (come raffigurato nell’artwork), dà continuità alla sua filosofia do-it-yourself di matrice cantautorale proseguendo sul trademark compositivo del primo EP, fatto di improvvisazione domestica e di dialogo costante, intimo e delicato tra materiale acustico e arrangiamenti digitali.
Le quattro tracce di My Revolution, per la durata di 11 minuti e cantate in inglese, abbracciano diverse influenze sonore e mondi musicali apparentemente lontani fra loro: dalle fluorescenze del folk rurale alle atmosfere più classiche new wave, dalla spensieratezza scanzonata e scintillante del jangle beat ai suggestivi intrecci soul-funk, dal misticismo mediterraneo alle divagazioni esotiche.
My Revolution combina armonizzazioni, contaminazioni e coretti ruffiani dal discreto potenziale radiofonico, passando attraverso cifre stilistiche eterogenee che esaltano la poesia sonica del giovane cantautore one-man-band di origini abruzzesi: un mini album che potremmo ribattezzare “music from the sofa”, come una delle risposte possibili in tempo di distanziamento sociale e di musica in streaming.
Moonmine focalizza il nucleo tematico della nuova release, con sguardo disilluso e al tempo stesso ottimista, sulla condizione emotiva dell’essere umano moderno, incapace di comunicare i propri sentimenti e proiettato nelle luci artificiali, notturne, malinconiche e contemplative della contemporaneità, in mezzo a contraddizioni, isolamento, malessere, privazione, contrasti, omologazione e distacco empatico da un contesto sociale sempre più alienante, disumanizzato e robotico.
Lorenzo Ciavola, polistrumentista curioso e abile nel dosare i vari ingredienti che compongono il sequel della sua ricetta musicale homemade, con l’aggiunta di leggere tinte sarcastiche, dipinge un affresco cristallino, agrodolce e spontaneo di un presente permeato di dipendenze tossiche, mancanze e pochissime certezze, ma che, nei giovani e pulsanti cuori rivoluzionari, offre ancora tante possibilità di rinascita.
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