Moksha
Esigenza
(Cd, The Space Lab/ESP)
emo-pop-rock
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Vengono da Novara e sono attivi già dal 2001. Stavolta però sulla loro musica ci ha messo le mani Daniele Persoglio, già responsabile del boom dei Finley e che, produttore attentissimo ai trend, stavolta ha deciso di puntare su altre sonorità.
Leggiamo dal sito della band che Moksha è una parola che in sanscrito sta per liberazione dal ciclo di nascita e morte grazie alla realizzazione spirituale. Anche se di spirituale in questo disco non è che ci sia un gran che.
I Moksha si rivolgono a un pubblico rigorosamente under-20, ma senza alcuna forzatura. Parlano (in italiano) con naturalezza e discreta profondità dell’universo giovanile attraverso una manciata di canzoni che vanno giù come un bicchiere d’acqua fresca. Nessun colpo di genio, bene inteso, ma solo buone canzoni. E non è mica roba da poco.
Il loro sound è ugualmente influenzato dal pop britannico, da Avril Lavrigne e dagli Evanescence, ovvero pop ruvido e graffiato dalle chitarre, un po’ di sano impeto rock e qualche tinta oscura tipica del filone emo, il tutto senza mai rinunciare al gusto nostrano per la melodia.
Alessandra Sancio, la cantante della band, ha il carisma della vera leader e una maturità scenica notevole; a parte queste considerazioni degne più di X-Factor che di una vera e propria recensione, ha voce da vendere: è davvero brava, potente, con qualità canore di cui sarà difficile sbarazzarci. Tutta la band è al suo servizio, suona per esaltare le sue possibilità vocali, con un più un basso che pulsa che è una meraviglia.
Con un singolo già da un po’ in rotazione sui canali musicali, se riusciranno a vincere le croniche carenze della distribuzione discografica italica si guadagneranno un posto al sole anche loro.
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