Mogwai
The Hawk Is Howling
(Cd, Matador Records, 2008)
post-rock
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Era chiaro. Già dal singolo Batcat si avvertivano all’orizzonte le nubi scure cariche di pioggia. Una pioggia a tratti sottile quanto torrenziale. Il primo freddo che coglie impreparati e la malinconia che ci assale. Il disegno perfetto per un capolavoro.
Se qualcuno credeva impossibile riuscire a far meglio degli album precedenti, si sbagliava. Oggi il post-rock è solo un’etichetta, estrema barriera per ciò che va oltre. Ed i Mogwai sono riusciti a superarla.
I ragazzotti di Glasgow creano emozioni evocando suggestioni cinematografiche. Un film buio e cupo dove la speranza è dietro la porta. Come distorsioni di chitarre dilatate e il suono di un metallofono che riesce a trasportare i sogni oltre l’ostacolo.
La traccia iniziale, così come quella che chiude l’album, portano con se l’inconfondibile impronta mogwaiana (bufera, quiete, tempesta), proprio a voler delimitare il recinto entro il quale sviluppare le idee.
Poi attraverso tutto il lungo lavoro (un solo brano scende poco sotto i cinque minuti), ecco i momenti acidi di Batcat, o quelli scuri e passionali di Scotland’s Shame, come un cuore innamorato trafitto da chiodi che urla senza voce.
Un lavoro intenso e malinconico che riesce nel complesso tentativo di esaltare le emozioni.
L’autunno è alle porte e The Hawk Is Howling ne sarà la colonna sonora.
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