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Miura: 3

Non più grintosi ed energicamente rock, i Miura ci fanno assistere ad una sensibile evoluzione raffinando la loro musica, metabolizzando nuove sperimentazioni sonore nel loro terzo disco più smussato ed assimilabile

Miura

3

(Cd, Prismopaco Records)

pop, rock

[starreview tpl=16]

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Il comparto ritmico Galeri-Illorca, rispettivamente batteria e basso di una delle più importanti band alternative italiane degli anni 90 che risponde al nome di Timoria, affronta con Killa e Max il terzo capitolo del proprio gruppo – Miura – intitolato semplicemente 3, con la collaborazione di Giacomo Fiorenza (Paolo Benvegnù, Giardini di Mirò).

Dopo due dischi carichi ed immediati ci troviamo di fronte a un cambio di rotta di evoluzioni e sperimentazioni sonore a sorreggere testi introspettivi, limitandosi a far uscire la canzone così com’è, per poi curarne il suono in fase terminale. E’ una svolta voluta da Diego per slegarsi ancora più profondamente da certe etichette del passato e caratterizzare il sound in maniera più psichedelica e lineare, a tratti increspato.

Fin dal primo brano del disco, un’ottima Io nella capsula del tempo, scopriamo un’intensa intimità elettronica attorniata da una canzone d’autore indie pop. Forse la voce di Tordini viene snaturata troppo in questo contesto, trovandola più adatta ad un disco di impatto sonoro come quello precedente, Croci, dove c’erano tra l’altro collaborazioni di un certo calibro quali quelle di Moltheni e Canali e scontenta non poco che non si sia seguita quella strada che pareva funzionare.

Brani come Il Solista, Stimola e Malati Sani occasionalmente continuano a tener tracce dell’anima rock attraverso riff per la verità poco convincenti, ma la maggior parte del disco è composta da canzoni (Normal, Underworld e Giuda) che fanno parte di un’espressione meno rabbiosa e più malinconica, permeate da un’atmosfera dimessa e solitaria, smarrita in visioni di inquietudine esistenziale.

La volontà di smussare il linguaggio sonoro per cercare nuove vie espressive porta comunque a considerare questo disco un album di passaggio, dando ai Miura il tempo di capire se questa strada sarà ancora percorribile oppure se guarderanno in altre direzioni. Chiude la tenebrosa e strumentale Stalker 1, di intensa emozione. In definitiva i Miura continuano a produrre musica di buon livello considerando la loro grande esperienza nel panorama musicale italiano.

Sito web: www.miuramusic.com

Non più grintosi ed energicamente rock, i Miura ci fanno assistere ad una sensibile evoluzione raffinando la loro musica, metabolizzando nuove sperimentazioni sonore nel loro terzo disco più smussato ed assimilabile

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Luca Paisiello
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