Milano 84
Monochromatic
(Lost Generation)
italo disco, synth, new wave, disco hi-nrg, electro pop
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Monochromatic è l’EP d’esordio discografico dei Milano 84, progetto italo-pop del duo romano composto dai producer Fabio Fraschini e Fabio Di Ranno, edito per l’etichetta Lost Generation di Matteo Gagliardi.
Le sei tracce della release, cantate in italiano e in inglese, abbracciano, rievocano e rielaborano, con eleganza, passione revivalista e cuore nostalgico, ma senza scadere nella frivola operazione amarcord, la commistione tra italo-pop (Gazebo, Garbo, Krisma e Den Harrow), EDM e l’HI-NRG d’oltremanica dei vari Pet Shop Boys, Visage, New Order e Human League, coniugando le pulsazioni ripetitive, sintetiche, ipnotiche, algide, robotiche e carnali della disco music moroderiana a certa sensibilità contemporanea dalle sfumature soul.
Facendo leva sul conforto del passato al fine di arginare la preoccupante caducità del presente/futuro, e condensando il proprio concept già nella scelta del monicker, i Milano 84 tengono viva la formula creativa, malinconica e retrofuturista della cosiddetta italo-disco (o italo-pop) anni ’80, l’idea godereccia dei giovani yuppies e l’edonismo glamour della famosa “Milano da bere”, quella rappresentata dall’iconico spot pubblicitario dell’amaro Ramazzotti.
Monochromatic è un vero e proprio omaggio all’epoca d’oro degli eighties, alla “generazione elettronica” di Alberto Camerini e alla memoria di quella cultura individualista, che oggi sembra aver raggiunto la sua iperbole filosofica, nel ricordo di quel tessuto sociale e borghese nazionalpopolare votato anima e corpo al materialismo sentimentale e provocatorio di Madonna Louise Veronica Ciccone, alle atmosfere leggere e dal sapore estivo ed esotico di Sandy Marton, all’ostentazione glam shocking di Ivana Spagna e al barocchismo lirico e d’autore dei Matia Bazar.
Con Monochromatic, il duo capitolino, immaginando di sorvolare i grattacieli di Milano con un ipotetico drone telecomandato, ci riporta indietro di ben quattro decadi, all’interno di una improbabile DeLorean (probabilmente la stessa dei due producer Fabio Babini e Max Varani dei Venus In Disgrace), riaccendendo le luci stroboscopiche di un vecchio dancefloor e rifacendo un leggero restyling a quell’estetica vintage e prêt-à-porter meneghina, introducendosi, come una lama nel cuore, in quel dinamico e suadente minestrone pop elettronico tricolore dal flow easy-listening, intriso di ballad agrodolci, di batterie elettroniche, sintetizzatori polifonici e ritmiche bubblegommose, plasticose e decadenti.
In questa prima pietra narrativa, che tutto è fuorché monocromatica, i Milano 84 si avvalgono di alcuni contributi eccellenti che ne impreziosiscono la freschezza timbrica e il suggestivo e romantico perimetro sonoro: Killme Alice (al secolo Alice Castagnoli) in Milano, l’amore, Vanessa Elly in Fanatic, Laura Serra in Play ed Eugene nella cover di Lola dei Krisma, contando, inoltre, sull’apporto della chitarra di Gianluca Divirgilio e la voce di Eleonora Cardellini in Suspiria On TV (il musicista degli Arctic Plateau ha suonato anche nel brano Hedda Gabler dei Venus In Disgrace), di Luciano Orologi al sax, Isabella Cananà ai cori e Fabio Liberatori al piano e synth in The Lie.
Quello dei Milano 84 è, dunque, lo sguardo post romantico di chi è stato innamorato e rivive quelle emozioni senza risentimento o rammarico, ma piuttosto con un tenero filo di commozione, vulnerabilità e disillusione, nel tentativo di catturare lo zeitgeist emotivo di quei luoghi remoti per poi collocarli nella contemporaneità, quale testimonianza della spensierata leggerezza dei camaleontici, contraddittori, avidi e meravigliosi anni Ottanta.
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