Mika
The Boy Who Knew Too Much
(Cd, Island)
pop
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Piccoli geni pop crescono. O almeno, ci provano. Così starebbero le cose, a giudicare dal nuovo disco di Mika, The Boy Who Knew Too Much.
Era stato un esordio con il botto, quello di Mika: Life in a Cartoon Motion venne lodato da critica e pubblico, e fece guadagnare al ragazzino dislessico nato in Libano il roboante appellativo di novello Freddy Mercury. Con il suo secondo lavoro Mika poteva fare il furbetto, continuando a comporre sfavillanti canzonette veloci e insistere ancora con il falsetto, per tenere vivo quel paragone così lusinghiero con l’inimitabile leader dei Queen.
Invece no. Mika si è rivelato essere un artista creativo oltre che una persona dotata di buon senso. E così The Boy Who Knew Too Much, pur non tradendo il consueto pop colorato e ridondante, è leggermente più sobrio, più ponderato. Più maturo, si potrebbe quasi osare dire.
Il primo singolo estratto, We Are Golden, è troppo simile al mood festaiolo del disco precedente per poter cogliere la crescita artistica di Mika, così come Touches You, infarcita di falsetti piegati alle esigenze di un irrefrenabile pop danzereccio. La voglia di ballare arriva anche con Blame It On Girls, un funky dal ritmo deciso, e Rain, dominata da atmosfere disco dance anni Novanta.
Di tutt’altra resa sono invece i brani più lenti, quelli in cui si capisce che Mika ha veramente voglia di crescere, imboccando strade del tutto nuove. Spiazzano le ballatone eleganti di I See You e By The Time, equilibrate e minimali, così lontane rispetto a quanto Mika ci aveva abituati.
I pezzi meglio riusciti sono sicuramente Dr John , allegro e dal retrogusto beatlesiano, e i tre conclusivi, vere e proprie perle pop: Toy Boy è un divertissement con dei richiami all’operetta, inghirlandato con violini e pianoforti leziosi; Pick Up The Floor è un jazz dalle atmosfere morbide su cui scivola una voce sinuosa, mentre Lover Boy, con le sue trombe e i suoi pianoforti, ha un irresistibile piglio da cabaret.
Nel video di Grace Kelly Mika duettava con una bambina; nel video di We Are Golden, invece, balla da solo in cameretta, come un quindicenne. Queste sono due immagini perfette per sintetizzare lo spirito, rispettivamente, di Life in Cartoon Motion e di The Boy Who Knew Too Much: il primo album era molto infantile, giocherellone, nel secondo il sound è un po’ più cresciuto, ma non è ancora adulto. Mika ha già imboccato la strada della maturità. Potrà avere dei risultati solo quando si metterà il cuore in pace, realizzando che, purtroppo, tutti i ragazzini prima o poi devono crescere.
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