Recensione Micah P. Hinson: And The Pioneer Sabouters

Micah P. Hinson

And The Pioneer Sabouters

(Cd, Full Time Hobby)

Folk, Rock

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Micah P. Hinson è maledetto. E’ repubblicano e religioso. In passato si è drogato, è stato assieme a una modella, beveva e fumava troppo. Tutte cose sostanzialmente inutili. Ora è magro e si veste come fosse daltonico, ha le bretelle e un bocchino per le sigarette infinite che assorbe, dice di amare l’Italia e la Spagna, non suona quasi più negli Stati Uniti, sembra odiarli. L’unica cosa che conta è la sua voce.

And The Piooner Sabouters è il suo quinto album ed è dedicato a Dio, alla sua Ashley, a tutti noi, alla sua chitarra. Dopo averlo sentito pensi solo alla bellezza, solo a questo, solo una parola: bellezza, ripetuta, scarnificata, prolungata e rumorosa, infarcita di rovine, lobotomizzata dal fumo che vuol farci aspirare. Micah P. Hinson ha deciso di violentarci e ossessionarci di bellezza. Micah P. Hinson può essere considerato un genio, anche se ai suoi concerti beve troppo e stona e tutti lo adoriamo.

A Call to Arms è il perfetto inizio, è morbida, piccole carezze sulla chitarra e violini inferociti – una piccola ninna nanna per farti dimenticare del mondo e ricercare la tua attenzione. Sweetness è purezza di Micah P. Hinson, carta strappata dal suo muro, incudini folk sulla tua testa. 2s and 3s è melodia, qualcosa che non avete mai sentito. Seven Horses Seen è la vita di Micah, qualcosa che si assomiglia in continuazione e incanta.

The Striking Before The Storm è la cosa più strana successa quest’anno, la voce rimbomba mentre si lamenta seguita da frustrate di chitarre e violini, voce in loop e batterie inesistenti, immaginate e costruite nella tua testa. The Cross That Stole This Heart Away è malinconia e ripetizione, un modo per rendere triste una tua giornata di sole. My God, My God saltella qui è là come un girotondo deandreiano. Dear Ashley è una dichiarazione d’amore, ed è solo di Micah, ma noi assistiamo impietriti alla distruzione dei nostri cuori.

Watchman, Tell Us Of The Night è come se Micah P. Hinson dirigesse ubriaco il coro della chiesa di San Michele al Tagliamento. L’intermezzo western di Stuck On The Job prima della dichiarazione d’indipendenza di She’s Building Castles In Her Heart, cori gente che si accascia alcol abbracci voci che si susseguono tutti gli strumenti del mondo. E poi il rumore di The Returning, Micah P. Hinson si rinchiude in una stanza e distrugge il mondo.

And The Pioneers Saboteurs è la cosa più bella successa alla musica da parecchio tempo a questa parte. Uno schiaffo di fiori.

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