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Melt: Il Nostro Cuore a Pezzi

Al sesto disco i Melt affrontano un cambio di rotta con sonorità più leggere rispetto al passato. I dodici brani de Il Nostro Cuore a Pezzi rivelano una natura squisitamente indie rock , gradevole e disinvolta

Melt

Il Nostro Cuore a Pezzi

(Cd, La Tempesta)

indie rock

[starreview tpl=16]

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copertina-i-melt-il-nostro-cuore-a-pezziOriginari di Vicenza, i non più giovanissimi Melt classe 1992 musicalmente parlando, pubblicano il loro sesto album in carriera registrato all’Art Music Studio di Bassano del Grappa. Prodotti in passato da Giorgio Canali, si affidano per questo album alle cure di Enrico Molteni dell’etichetta La Tempesta, esplorando nuove sonorità rispetto al loro passato. I dodici brani del disco rivelano così la natura indie rock delle strutture ritmiche lineari e linee vocali melodiche gradevoli e disinvolte.

L’album si apre con la briosa e spedita Anidride, prosegue con la brit-pop de La Bella Bambina, e avanza con la title track Il Nostro Cuore a Pezzi, che lasciano un po’ spiazzati perché sembra di assistere all’ennesimo disco di band patinate costruite a tavolino. Ma facendo attenzione, senza cadere in uno scontato rock zuccheroso, c’è un cambio di rotta con canzoni come Raccontami il tuo inverno, l’ottima Filo Interdentale, Conforme al Tempo e Idoneo all’Uso, Silenzio/Assenso che ricordano per certi versi gli ultimi lavori dei Tre Allegri Ragazzi Morti, rivelando un songwriting genuino e fresco.

La struttura delle composizioni sembra infatti prevedibile e usuale, ma proprio questa naturalezza ci mette di fronte ad un prodotto di gran lunga superiore alla media attuale dei nuovi artisti che si stanno proponendo in giro. Le canzoni dipingono “momenti bui, scaturiti da una realtà quotidiana che può rivelarsi infinitamente crudele, ma anche grandiosamente appagante”. Il cuore a pezzi frantumato da una realtà difficile da affrontare viene esplicato chiaramente nell’acustica Non Mordo Più (sembra ispirarsi alle Luci della Centrale Elettrica) e nella cadenza ritmica della chitarra distorta di Ferragosto.

In alcuni momenti troviamo uno stacco prepotente tra un rock facilone ed ingenuo come quello di Tornerò e le delicate ballate come L’ultima Stella Sopra Francoforte, che chiude l’album, ma le pieghe emotive sono sufficientemente profonde. Con franchezza non conosco i dischi precedenti quindi non posso giudicare l’inversione di rotta musicale annunciata nella loro presentazione, ma quel che ho ascoltato alla fine dei conti non dispiace e vale la pena dare una passata nel lettore.

Sito web: www.meltrock.com

Myspace: myspace.com/meltrock

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Luca Paisiello
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