Maximo Park
Quicken The Heart
(Cd, Warp, 2009)
indie rock
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È proprio vero, noi siamo figli della storia che ci ha preceduti. Ciò che facciamo è il riflesso, incondizionato o meno, di quella parte del passato che più ci ha colpito. E sembrerebbe che i Maximo Park abbiano capito il concetto, come si può intuire dal loro ultimo album, Quicken The Heart.
Già con i lavori precedenti, A Certain Trigger e Our Earthly Plesures, la band di Newcastle Upon Tyne si era rivelata come il gruppo più dotato della nuova british invasion. Ma con questo disco i Maximo Park dimostrano di essere giunti ad una maturità musicale sorprendente, se si tiene presente che il loro esordio risale appena al 2005. Considerando che i numi tutelari più evidenti sono gli Smiths (già molto presenti nell’album precedente), i Joy Division e i New Order, Quicken The Heart può considerarsi figlio naturale della musica inglese post- Beatles e pre- Oasis: grazie a un sensibile aumento delle tastiere i dodici brani dell’album si riempiono di venature New Wave, sia quella rock dai colori cupi, sia quella più elettronica e kitsch. Le sonorità riescono tuttavia a non rimanere intrappolate nelle atmosfere anni Ottanta in virtù delle chitarre veloci, che scalfiscono e ringiovaniscono il mood generale del disco.
Il primo brano, Wraithlike, ha dei folgoranti riff eseguiti da chitarre galoppanti, mentre The Penultimate Clinch è sottilmente più cupa: merito della voce fattasi improvvisamente più tetra e delle tastiere nere e stillanti lacrime, anche se il ritmo veloce evita un’aria eccessivamente plumbea; e se in The Kids Are Sick Again gli arrangiamenti ricordano alcune delle canzoni più amare degli Smiths, in Calm le chitarre liquide e le tastiere dilatate e incorporee sono accostabili a quelle dei New Order, come accade anche in Questing, Not Coasting.
Non viene rinnegata neanche la storia musicale inglese più recente: Let’s Get Clinical è il brano più brit pop di tutto il disco, a metà strada tra il groove dei Blur e le sofisticherie elettroniche dei Pulp.
Con Roller Disco Dream, infine, viene ribadito il debito all’altra faccia della New Wave, quella più luccicante e colorata, attraverso delle tastiere fluttuanti, prontamente ricondotte nell’alveo dell’indie rock da chitarre precise e solide.
Nel corso dell’album si registrano alcuni cali di tensione, ma ciò non intacca il buon livello su cui si colloca Quicken The Heart che, oltre a confermare il grande talento dei Maximo Park, dimostra come sia possibile citare abbondantemente i grandi maestri del passato pur conservando uno stile personale e ben definito.
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